19 marzo 2024
Aggiornato 06:30
La crisi del covid

Matteo Bassetti: «Chi oggi denigra i vaccini dovrebbe prospettare delle soluzioni alternative»

Il Primario del San Martino di Genova: «Se ci fosse un'alternativa potremmo anche pensarci, ma non esiste ad oggi. Ci sono le terapie, ma sono complementari. Senza vaccini non ne usciremo mai»

Il Prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova
Il Prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova Foto: Luca Zennaro ANSA

Il Prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, è intervenuto ai microfoni della trasmissione «L'Italia s'è desta», su Radio Cusano Campus.

Sulla variante Omicron, «mi pare che abbiamo sostanzialmente ridimensionato un problema che fino a qualche giorno fa sembrava la fine del mondo - ha affermato Bassetti -. C'è stato un corto circuito informativo, forse è stato più problematico per la politica e per l'economia che non per i medici. I sudafricani hanno segnalato di aver isolato questa variante, ma ci hanno detto che i sintomi dei pazienti che avevano osservato erano molto lievi».

«Il virus sta mutando e lo fa in un Paese in cui ci sono pochi vaccinati. Questo significa che bisogna vaccinare e significa anche che, anziché avere sempre una variante che oltre ad essere più contagiosa è anche più rapida nell'evoluzione clinica, questa volta sembra non essere così. Il problema esiste e la soluzione è la vaccinazione, che non può essere solo quella nei Paesi ricchi. Le aziende farmaceutiche, che stanno guadagnando tonnellate di miliardi, per ogni vaccino acquistato dai Paesi ricchi dovrebbero donarne uno ai Paesi poveri. Nella lotta al virus non ci sono Paesi di serie A e di serie B, siamo tutti in Champions League».

«Senza vaccini non ne usciremo mai»

Quanto ai no vax, «chi oggi denigra i vaccini - ha detto Bassetti - dovrebbe prospettare delle soluzioni alternative. Se ci fosse un'alternativa potremmo anche pensarci, ma non esiste ad oggi. Ci sono le terapie, ma sono complementari, non sostitutive dei vaccini. Senza vaccini non ne usciremo mai».

Ecco perchè, ha sottolineato, «io mi sento di dire che il vaccino tra i 5 e gli 11 anni è sicuramente un'opportunità. Uno su 7 dei bambini può avere il long covid, quindi il rischio non è zero, anche se non è uguale a quello degli adulti. Le scuole potrebbero diventare più sicure se i bambini fossero vaccinati. E infine questi vaccini potrebbero contribuire all'immunità di gregge che si può raggiungere solo con tutte le fasce di popolazione vaccinate».

«I genitori, in accordo con i pediatri, decideranno se vaccinare o meno i loro figli. Io se avessi un figlio tra i 5 e gli 11 anni non avrei alcun dubbio a vaccinarlo. Non mi piace che ci siano due pesi e due misure, quando sento dire che tutti gli altri vaccini vanno bene e questo no. E' un concetto sbagliato dal punto di vista medico-scientifico. O si è per i vaccini sempre o non lo si è mai».

Toti: «Liguria entro il 15 dicembre pronta per fascia 5/11»

«Noi siamo pronti a partire entro la metà di dicembre». Lo annuncia in una nota il presidente e assessore alla Sanità della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo il via libera dell'Aifa per le vaccinazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. «E' già iniziato il confronto tra Alisa e le Asl - sottolinea Toti - per individuare, insieme ai distretti, centri ad hoc e adeguatamente attrezzati per accogliere i più piccoli».

In Liguria, intanto, da oggi è possibile prenotare la terza dose per la fascia 18-40 anni. «Dalle 12 di questa mattina sono state 7.588 - spiega il governatore ligure - le persone appartenenti a questa fascia che hanno prenotato il vaccino booster. Da ieri a oggi - conclude Toti - hanno ricevuto la terza dose 10.338 persone. Per quanto riguarda invece la prima dose sono 591 le persone a cui è stata somministrata nelle ultime 24 ore».