23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Dl anticorruzione

Anticorruzione, passano gli emendamenti di Forza Italia per restringere le cause di non punibilità

La maggioranza e il governo cambiano idea e accolgono alcune modifiche proposte da Forza Italia

La capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini
La capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini Foto: ANSA

ROMA - Si restringono le cause di non punibilità per i corrotti: la maggioranza e il governo cambiano idea e accolgono alcune modifiche proposte da Forza Italia al nuovo articolo del codice penale, il 323-ter, inserito nel ddl anticorruzione in sede referente. La norma prevede la non punibilità per alcuni delitti contro la Pubblica amministrazione per chi si autodenuncia e fornisce indicazioni per individuare altri responsabili. Tra questi delitti oltre alla corruzione c'era il traffico di influenze illecite. Con l'approvazione dell'emendamento forzista questa fattispecie di reato viene esclusa.

Cosa cambia
Inoltre vengono portati da 6 a 4 i mesi dalla commissione del reato entro i quali deve avvenire l'autodenuncia e le prove fornite per l'individuazione degli altri responsabili devono essere «utili e concrete» e non solo utili. Con l'approvazione di un emendamento del Pd invece viene stabilito che le cause di non punibilità non si applichino in favore dell'agente sotto copertura.

I condannati della PA
Accordo tra governo e Fi anche sull'articolo 5 che esclude i condannati per una serie di reati contro la P.A. dall'assegnazione al lavoro all'esterno, dai permessi premio e le misure alternative alla detenzione. Dall'elenco di questi reati viene escluso il traffico di influenze così come previsto da un emendamento di Fi approvato dall'aula della Camera.