28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Decreto sicurezza

L'attacco del senatore M5s Mantero: «Non voglio far cadere il governo, ma così la Lega la farà sempre più da padrona»

Il senatore grillino al centro di polemiche ribadisce il suo secco no a dl sicurezza. «Appiattiti sulla Lega perdiamo la nostra identità»

Il senatore M5s Matteo Mantero
Il senatore M5s Matteo Mantero Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - «Io credo che il punto di vista di ognuno sia fondamentale, per quanto minoritario, che il confronto sia necessario e costruttivo. Io ci sarò finché sarò utile per i temi che sto portando avanti ormai da anni, contrasto all'azzardo, difesa dell'ambiente, cannabis terapeutica, testamento biologico ed eutanasia (che ricordo sono stati votati dagli iscritti con una maggioranza schiacciante), diritti dei più deboli ecc». Il senatore M5s Matteo Mantero su Facebook non esita a spiegare la sua posizione in merito al decreto sicurezza: «Se il mio contributo non sarà più ritenuto utile, se il mio punto di vista sarà visto come un peso invece che come un valore, se si deciderà, spero di no, che dialogo, dibattito e condivisione sono un disvalore per il Movimento, sono altrettanto pronto a fare un passo indietro tornandomene a casa e lasciando posto a qualcuno più allineato o disciplinato, vedete voi quale definizione calza di più». Per fortuna, dice, che ha tanti interessi a cui in questi anni ha lasciato pochissimi spazi. Si potrà dedicare «finalmente» a tempo piano alla scrittura, «che è un altro modo di condividere le idee», e alla famiglia.

Nessuna frangia di dissidenti
Mantero vuole fare chiarezza: non esiste nessuna frangia di dissidenti e nessuno vuole fare cadere questo governo come qualcuno vaneggia, assicura. Il governo sta facendo «molte cose buone che spero possa portare a termine». Le politiche economiche, lo sforamento dei vincoli internazionali, il reddito di cittadinanza - che è un intervento strutturale di investimento sui giovani e le fasce economicamente più deboli della popolazione, oltre ad un cambio culturale rispetto al concetto di lavoro - la revisione della «folle» riforma Fornero, il contrasto a gioco d'azzardo, di cui lui si occupa da anni, le politiche ambientali, sono provvedimenti «sacrosanti». Ma sul piatto della bilancia rispetto a queste cose buone - osserva Mantero - vengono messi provvedimenti «illiberali e a mio avviso molto pericolosi per il Paese». Il riferimento è alla legge Pillon sull'affido condiviso, alle dichiarazioni di Fontana sui diritti delle famiglie arcobaleno, cannabis e tanto altro, e, in ultimo, a questo decreto sicurezza. Che oltre ad avere «gravi profili di incostituzionalità e a violare i trattati internazionali», «mette a rischio i percorsi di integrazione già avviati, creando sacche di disagio e clandestini dove non c'erano». Si genereranno situazioni potenzialmente molto rischiose, questo il futuro prospettato dal senatore grillino, «in primis per i cittadini italiani», secondo il quale si rischia di aiutare chi ha fatto dell'immigrazione un business e di fornire terreno fertile per la criminalità organizzata.

Emendamenti andati a vuoto
Lui ci ha provato con alcuni colleghi a presentare degli emendamenti «che a nostro modo di vedere avrebbero ridotto questi rischi», ma i pareri sono stati contrari. Mantero conferma la sua linea: «Questo decreto così com'è non potrò votarlo», cosa che comunque «non mette affatto rischio la tenuta della maggioranza. Tutto questo non lo abbiamo fatto di nascosto, ma informando il capogruppo, il ministro Di Maio e il presidente Conte» spiega. «Purtroppo non c'è stato un percorso di condivisione del decreto, che come tutti sapete arriva dalla Lega, altrimenti queste proposte di modifica avremmo potuto portarle avanti prima. La mia speranza era quella di creare un riflessione e di dare un'arma in più per la contrattazione interna al governo. Importante anche politicamente, perché appiattendoci sulle posizione della Lega perdiamo la nostra identità, mettiamo in forse i nostri valori di libertà e inclusione e lasciamo campo aperto alla Lega che sta accrescendo i suoi consensi e pretenderà sempre di più di farla da padrona».

M5s argine alle «pericolose derive di destra»
Sono in tanti in questi ultimi giorni a chiedere al Movimento 5 Stelle di fare da argine alle «pericolose derive di destra», ma per essere un vero argine «dobbiamo iniziare a dire no quando serve». Ma la risposta a questo tentativo di dialogo e di difesa di quelli che sono «i nostri valori, quelli per cui siamo nati e abbiamo lottato per ormai 10 anni», è stata un «out out assolutamente incomprensibile che ha scatenato gli appetiti della stampa». «Io non pretendo di avere la ragione in tasca, ci mancherebbe, ma ho la mia ragione, la mia etica e il mio punto di vista» dice ancora Mantero. «Non siamo un esercito, ma un movimento politico, il confronto, la condivisione, il dibattito sono sempre un momento di crescita e miglioramento». Di Maio - conclude - ha usato la metafora della testuggine romana, ma l'impero romano è crollato «non perché qualche legionario si è sfilato dalla testuggine ma perché i soldati romani sono stati sostituiti da mercenari. Per avere donne e uomini che combattono per una causa comune e non mercenari è necessario avere valori comuni e un percorso di costruzione collettivo, bisogna aumentare la condivisione e la consapevolezza di quello che sta accadendo. Bisogna aumentare il dialogo e non azzerarlo».