Foodora lascia il mercato italiano: colpa del decreto dignità?
La società di consegne a domicilio ha annunciato il suo ritiro dal nostro Paese (ma anche da Francia, Olanda e Australia). E Forza Italia incolpa Di Maio

ROMA – Foodora, la società tedesca di consegne a domicilio, ha annunciato che si ritirerà dall'Italia, ma anche dalla Francia, dall'Olanda e dall'Australia per concentrarsi su altri mercati, dopo i procedimenti a suo carico per il trattamento dei lavoratori. Come i suoi concorrenti Glovo e Deliveroo, Foodora consente ai clienti di ordinare attraverso il loro smartphone i pasti ordinati dai ristoranti preferiti.
Chiamata in causa dai lavoratori
Ma la società tedesca è stata negli ultimi mesi bersaglio delle critiche dei sindacati in molte parti del mondo, con l'accusa di aver fatto firmare contratti simulati e di sottopagare i lavoratori. In Australia, dove è arrivata nel 2015, ad esempio, Foodora ridurrà gradualmente la sua attività per interrompere totalmente le operazioni il 20 agosto, dopo essere stata colpita da procedimenti di fronte a un tribunale federale da parte del Fair Work Ombudsman, l'organismo che vigila sul rispetto del diritto del lavoro in Australia.
Vendesi in Italia
Nel nostro Paese, invece, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva aperto un tavolo con questo gruppo e gli altri del settore, con l'obiettivo di arrivare ad un contratto nazionale, stralciando dal decreto dignità le norme che riguardavano i rider. Eppure, secondo l'opposizione, proprio la legge del governo, approvata nei giorni scorsi, sarebbe alla base della volontà dell'azienda di vendere le proprie attività. «Foodora annuncia di lasciare l'Italia esattamente il giorno dopo l'approvazione del primo decreto sul lavoro di questo governo. Pura coincidenza? Con le norme non si crea lavoro, ma lo si può sicuramente distruggere e, purtroppo, questo potrebbe essere solo l'inizio», scrive su Facebook Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. Le fa eco la sua deputata e compagna di partito Elvira Savino: «I rider sono le prime vittime del decreto dignità di Di Maio. Foodora lascia l'Italia e i rider dovranno cercarsi un altro lavoro. Boeri si sbagliava, nel senso che i posti di lavoro che si perderanno con il decreto disoccupazione di Di Maio saranno molti di più di 8 mila all'anno».
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