17 agosto 2025
Aggiornato 20:00
Giustizia

Ora è guerra tra Lega e «magistrati di sinistra»

Bufera dopo l'attacco del sottosegretario alla Giustizia Morrone: «Via le correnti di sinistra della magistratura». Bonafede (M5s) lo riprende: «Sentenze si rispettano»

Matteo Salvini arriva negli studi di LA7. Roma, 3 luglio 2018
Matteo Salvini arriva negli studi di LA7. Roma, 3 luglio 2018 Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

ROMA - La magistratura dovrebbe«liberarsi delle correnti, soprattutto quelle di sinistra». È quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, al termine degli indirizzi di saluto durante l'incontro di formazione per i magistrati ordinari in tirocinio, intitolato 'Ordinamento giudiziario e deontologia', organizzato dalla Sesta Commissione del CSM e dalla Scuola superiore della Magistratura. La circostanza è riferita dal segretario generale di Area Democratica per la Giustizia Maria Cristina Ornano. «Apprendiamo con grave sconcerto» le parole di Morrone, dice Ornano: «Si tratta di un'affermazione gravissima che non solo porta un attacco indebito all'associazionismo giudiziario ed al pluralismo, ma costituisce un'inammissibile confusione tra ruolo politico e ruolo istituzionale». Fatto ritenuto «ancor più grave perché avvenuto a due giorni dal voto, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del C.S.M., con un chiaro intento propagandistico». Per questo «ci attendiamo un immediato intervento del Consiglio Superiore della Magistratura e di tutta la magistratura associata a difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e del suo pluralismo, contro uno degli attacchi più gravi della storia repubblicana verso l'associazionismo giudiziario», conclude Ornano.

Morrone: «Rivendico posizione politica»
Immediata la replica di Jacopo Morrone: «In magistratura non ci sono correnti migliori di altre. E le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono una opinione personale che non rappresenta la posizione del Ministro. In questo senso ho avuto un'uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza. Rivendico comunque la posizione politica, la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura perché portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni» ha spiegato il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone. Poi la precisazione: «Non era mia intenzione sostituirmi al ministro di cui stimo e rispetto la posizione. Così come rispetto la stragrande maggioranza della magistratura che porta avanti la propria missione con abnegazione e imparzialità».

Bonafede riprende Morrone. Di Maio: «Nessun imbarazzo»
Lo scontro ha inevitabilmente portato il M5s a dover prendere posizione. «Tutti devono potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica» il commento del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede all'Ansa. «Sono d'accordo con il ministro Bonafede, ma credo che tutti siamo d'accordo qui» ha sentenziato il capo politico del M5s e vicepremier Luigi Di Maio. «Non ho alcun imbarazzo verso questa vicenda, perché riguarda le questioni dei diamanti e delle lauree in Albania di Bossi. Me le ricordo bene.
Sono quelle che hanno portato la Lega a scendere all'1-2%». Quindi, nessuna ripercussione sulla stabilità del governo: «Si sta giocando a mettere continuamente me contro Salvini o il M5s contro la Lega» ma il governo gialloverde «è nato con un atto di sincerità» e «nell'ambito del percorso sul contratto di governo sto trovando persone leali nell'altra forza politica» ha spiegato il vicepremier a L'aria che tira su La7. «Noi abbiamo fatto il decreto dignità che, nonostante qualche giornale tifi per annacquarlo, loro sostengono. La Lega sta facendo la politica sull'immigrazione, noi la sosteniamo».

L'incontro Salvini-Mattarella
Nessun imbarazzo per Di Maio nemmeno per il possibile incontro tra Matteo Salvini e il capo dello Stato, Mattarella, sulla questione dei fondi della Lega: «Io non credo che sia stato chiesto al presidente della Repubblica di pronunciarsi su una sentenza. Un leader politico chiede un incontro al presidente della Repubblica e poi il presidente della Repubblica valuta». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, intervistato a L'aria che tira, su La 7, a proposito della vicenda dei fondi della Lega e della richiesta di Matteo Salvini di un incontro con il Capo dello Stato».

Ma i magistrati non ci stanno
Nonostante la presa di posizione del ministro Bonafede, però, l'Associazione nazionale magistrati denuncia come l'auspicio del sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone «che la magistratura si liberi dalle correnti, in particolare di quelle di sinistra» è «grave e inaccettabile». E non solo perché si tratta di dichiarazioni «rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto» ma perché «provenienti da un rappresentante del Governo invitato all'incontro nella sua veste istituzionale». Duro anche il commento del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, per il quale le parole di Morrone «non possono essere né condivise né accettate. La libertà di associazione è riconosciuta dalla Costituzione a tutti i cittadini e ovviamente anche ai magistrati». La critica alle correnti «non può mai spingersi fino a negare il valore dell'associazionismo, e tantomeno può essere indirizzata verso questa o quella corrente».