28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Immigrazione

Migranti, sinistra e associazioni contro Salvini: «Chiudere i porti, un atto disumano»

Dal Pd a Libera passando per la Comunità di Sant'Egidio: pioggia di critiche nei confronti del governo. E c'è chi definisce Salvini un «nazifascista»

ROMA - «Ho appena chiesto alla presidente del Senato Casellati, a nome del gruppo Pd, di convocare in aula il premier Conte già nella seduta di domani o comunque in tempi brevissimi, in merito alla chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius». Il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, chiede l'intervento del premier Conte su un caso diventato ormai di portata mondiale. «La posizione del governo italiano non è più sopportabile - attacca ancora Marcucci - ed è in palese violazione della convenzione europea dei diritti dell'uomo e del codice della navigazione». Ancora più duro il commento di Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico: «Di fronte a un'emergenza umanitaria c'è chi al governo fa campagna elettorale usando un braccio di ferro internazionale invece di sedersi ai tavoli europei. Chi, nel movimento 5stelle, mette a tacere un proprio sindaco reo di aver offerto il proprio porto per lo sbarco e per, attraverso il suo ministro delle Infrastrutture, fornisce una tardiva spiegazione è un contentino all'ignaro Nogarin. Infine c'è chi, come il premier che non si sa se non abbia il permesso o se non sappia che cosa dire, resta in silenzio di fronte a tanto scempio». La sinistra è compatta e, al suo fianco, sono scese in campo diverse associazioni, Libera e Comunità di Sant'Egidio in primis.

Don Ciotti (Libera): «Provo tanta nostalgia di umanità»
«Davanti a questi fatti drammatici provo tanta nostalgia di umanità, stiamo parlando di persone. Resistere oggi significa esistere. Non limitarsi ad assecondare il corso della storia ma assumersi la responsabilità di deviarla quando vediamo che sta prendendo una direzione contraria alla libertà e alla dignità delle persone e alla loro speranza di giustizia». Così Luigi Ciotti, presente a Napoli in occasione del 21esimo anniversario dell' omicidio di Silvia Ruotolo, interviene nella vicenda della nave Aquarius, ferma in mare con a bordo 629 migranti. «Immigrazione non è un reato, essere contro la vita delle persone è un crimine di civiltà. Non è un reato la speranza. La speranza è un diritto ma anche un orizzonte di una politica seriamente impegnata nella promozione del bene comune e nel rispetto della dignità di tutte le persone. L'operato dell'Europa e dell Onu è gravemente insufficiente, devono fare di più, dobbiamo essere tutti più responsabili. La sfida dell'immigrazione è una sfida cruciale del nostro tempo quella che più di altri ci pone davanti ad un bivio: da una parte diventare una società aperta e accogliente, dall'altra diventare una società chiusa dominata da aggressività e paura. Bisogna ricostruire i legami sociali e riempire di vita e di fermento un società segnata da solitudine e fragilità. La nostra speranza è dare speranza a chi ha perduta. Questo è un imperativo etico. La speranza va tradotta e declinata nella vita concreta, ad ogni giustizia patita corrisponde una speranza negata. La speranza serve a qualcosa solo se appartiene a tutti».

La Comunità di Sant'Egidio: «Salvare vite umane è la priorità»
Di fronte al caso della nave Aquarius, bloccata nel Mediterraneo con 629 profughi a bordo, «l' Italia deve restare ancorata ai principii di umanità che sono nella sua tradizione, a partire dal dovere di salvare le vite umane in pericolo, così come ha fatto negli ultimi anni di fronte ad una delle più grandi tragedie di inizio millennio: la morte in mare e nel deserto africano di migliaia di persone, tra cui molti bambini, in fuga dal Sud del mondo verso l'Europa», è la posizione netta della Comunità di Sant'Egidio che chiede di «continuare a salvare» e, al tempo stesso, invita i Paesi dell'Unione Europa «ad assumere la loro responsabilità». Perché «le navi, come l'Aquarius, possono attraccare nei porti italiani o in altri porti del Mediterraneo, ma i differenti Stati europei, non solo l'Italia o la Grecia, dovrebbero condividere l'accoglienza facendosi carico, ognuno, di una quota di profughi», spiega la Comunità di Sant'Egidio, ricordando che «il ricollocamento immediato di chi chiede asilo, come già sperimentato, alleggerirebbe l'impegno del nostro Paese e faciliterebbe l'integrazione che, occorre ricordarlo, è la più grande sfida vissuta attualmente dall'Europa alle prese con l'immigrazione». E - conclude - «interventi più incisivi e di lunga durata nei Paesi di origine dei migranti aiuterebbero ad affrontare il fenomeno alla sua radice insieme alla riapertura di vie di ingresso regolare per motivi di lavoro, dato anche il preoccupante calo demografico in atto in Europa e in Italia».

«Salvini un nazifascista»: l'ex sindaco di Messina all'attacco
Durissimo il commento di Renato Accortinti, sindaco uscente di Messina, che mette nel mirino Matteo Salvini: «C'è una parte della politica che parla alla pancia e alle paure delle persone per avere voti. Ma forse proprio perché sono così, usano le persone come merce ed hanno il disprezzo. Le regole base da sempre dei diritti umani, della Costituzione, del diritto di navigazione, sono che la persona è sacra. Non si può pensare di respingere le persone o di fare conflitti con altre nazioni e non accoglierle subito». A Messina «abbiamo messo al centro la politica dell'accoglienza perché la politica deve essere umana e deve parlare di umanità. Salvini purtroppo ha concetti nazifascisti, lo sapevamo, purtroppo questa nazione ha scelto personaggi di questo genere per fare il governo e purtroppo i 5 Stelle sono caduti in una trappola mortale di stare con un tipo come Salvini».