24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Centrosinistra

Il Pd sfrutta il 'caos Lega-M5s': «Alleanza delle forze democratiche contro i populisti»

L'apertura di Martina: l'obiettivo è ricreare il centrosinistra «a partire dalla difesa di Mattarella». E D'Alema già strizza l'occhio

Massimo D'Alema e Maurizio Martina al Congresso del Pd del 2013
Massimo D'Alema e Maurizio Martina al Congresso del Pd del 2013 Foto: ANSA/MOURAD BALTI ANSA

ROMA - Il centrosinistra che fa? Questa è stata, nelle ultime settimane, una delle domande che tutti gli intervistatori hanno posto a qualunque esponente di partito, dal Partito democratico a Liberi e uguali. E ora, con il governo Lega Nord - Movimento 5 stelle definitivamente tramontato dietro i veti del Quirinale, iniziano ad arrivare le prime risposte. Per il segretario dem, Maurizio Martina, «è necessario che il Presidente della Repubblica sia tutelato. Noi dobbiamo essere i protagonisti di uno sforzo aperto a tutte le forze che vogliano concorrere a prendere una iniziativa. Il Pd deve farsi carico di una proposta che aggreghi tutte le forze democratiche e di centrosinistra». Una nuova apertura, quindi, alla vecchia coalizione che si è disgregata a causa di anni di governi tecnici e di larghe intese. E se qualcuno dovesse pensare che ormai è troppo tardi, niente di più sbagliato. La prima apertura all'ipotesi messa in campo da Martina è arrivata addirittura dal 'grande vecchio', Massimo D'Alema, che ha rilanciato: in primis il Pd deve sganciarsi da Matteo Renzi. Poi si può andar al punto di partenza per «ricostruire un'alleanza progressista, l'unità della sinistra e delle forze che hanno dato vita nel corso dell'esperienza italiana all'esperienza dell'Ulivo e del centrosinistra».

L'apertura di Maurizio Martina
«L'Italia è in tutto e per tutto l'epicentro di un disegno molto più grande che stiamo vivendo sulla politica politica nazionale che punta a scardinare l'Ue e la moneta unica», ha sottolineato Martina parlando ai deputati del partito. L'Italia «è il teatro di un tentativo di "scardinare la moneta unica e l'Europa». Ed è qui, per il segretario dem, che il Pd deve schierarsi apertamente. Poi, l'analisi si sposta sul caos di governo, ed è qui che arriva l'apertura all'intero centrosinistra: «Il Pd sostiene con piena convinzione l'operato del presidente Mattarella e la scelta di varare un governo neutrale che abbia come scopo fondamentale quello di portare in maniera ordinata il Paese alle elezioni anticipate - ha spiegato il reggente - scelta inevitabile vista la decisione opportunista e grave di M5S e Lega di sottrarsi alla prova di governo». Per questo è necssario «che il presidente della Repubblica sia tutelato. Noi dobbiamo essere i protagonisti di uno sforzo aperto a tutte le forze che vogliano concorrere a prendere un'iniziativa. Il Pd deve farsi carico di una proposta che aggreghi tutte le forze democratiche e di centrosinistra».

Le condizioni di Massimo D'Alema
Un'apertura raccolta, come detto, da Massimo D'Alema che a 24mattina, trasmissione di Luca Telese e Oscar Giannino, ha però dettato delle condizioni: «Se il Pd si dovesse ripresentare sotto il tallone di Renzi, come è stato nel corso di queste settimane, sarebbe travolto dalla collera popolare. Spero che se ne siano accorti. Il Pd è passato dal 40 al 18% dei voti e non ha trovato il modo di dire una sola parola sulle ragioni per cui ha perduto un terzo dei propri voti. Il Pd ha quindi delle enormi responsabilità per aver condotto il Paese a questo punto. Quindi, innanzitutto, è il Pd che è chiamato a mettere in campo una classe dirigente credibile». Niente alleanza repubblicana, però: «Il punto di partenza è quello di ricostruire un'alleanza progressista, di ricostruire l'unità della sinistra e delle forze che hanno dato vita nel corso dell'esperienza italiana all'esperienza dell'Ulivo e del centrosinistra. Il gruppo dirigente del Pd, che porta le principali responsabilità nell'avere diviso questo campo, ha il dovere di lanciare un messaggio perché si torni all'unità. Il messaggio deve venire da chi quest'unità l'ha distrutta, parliamoci chiaro!».