Bardonecchia, com'è la storia della polizia francese che «ha fatto irruzione» in un centro migranti
I poliziotti francesi hanno accompagnato un migrante fermato alla stazione dentro al centro migranti di Rainbow4Africa. E la cosa non è affatto piaciuta
BARDONECCHIA - "Ieri sera uomini della guardia di confine francese sono entrati armati nella sala della stazione di Bardonecchia dove operano i volontari di Rainbow4Africa, i mediatori culturali e gli avvocati di Associazione Studi Giuridici Immigrazione». Ne dà notizia l'associazione sul suo sito Facebook. A quanto risulta i poliziotti francesi hanno accompagnato un migrante fermato alla stazione ferroviaria perché potesse andare in bagno e poter fare le analisi delle urine. L'ingresso è avvenuto senza il consenso dei volontari presenti e malgrado un cartello del sindaco di Bardonecchia ed esposto nei locali lo ammetta soltanto ai volontari e ai mediatori culturali. Dell'accaduto sono stati informati il prefetto di Torino Renato Saccone e l'assessore regionale alle pari opportunità Monica Cerutti. Nei locali di Rainbow4Africa si assistono i migranti respinti dalla Francia e quelli che tentano di attraversare il confine attraverso il colle della Scala. "Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni", commenta Paolo Narcisi, Presidente di Rainbow4Africa.
"Gravissima violazione dei diritti umani"
"Abbiamo fiducia nell'operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia -prosegue Narcisi -. Il nostro unico interesse rimane assicurare rispetto dei diritti umani dei migranti». "Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l'Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana - aggiunge l'avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) - intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione. Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti."
Parla il sindaco
Il sindaco di Bardonecchia Francesco Avato ad Askanews replica: "Ho informato ieri sera stesso il prefetto di Torino, e mi pare che abbia preso molto a cuore la vicenda. L'episodio di ieri sera è stato una forzatura, forse un'azione dimostrativa. Che si è conclusa non appena è arrivata la nostra polizia. Loro hanno possibilità di fare controlli sul confine, non in quello spazio che è riservato ai mediatori, ai volontari del terzo di settore e della ong Raimbow4Africa». "Vanno tenuti distinti i livelli - prosegue il sindaco - : abbiamo ottimi rapporti con gli enti locali francesi, con cui collaboriamo positivamente mentre l'intervento della dogana è stato fuori da ogni prassi. In Francia facciano quello che vogliono - conclude -, ma non qui".
Le reazioni della politica
«I fatti di Bardonecchia sono gravi. Così di certo non si fa la nuova Europa», scrive su twitter il reggente del Pd Maurizio Martina. «Esiste un piano politico che deve prevalere e che va oltre qualsiasi accordo tra Italia e Francia che gli agenti francesi possano richiamare come giustificazione», dice l’europarlamentare dem Daniele Viotti. «La costante aggressività della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) – aggiunge – ha una evidente copertura da parte del proprio governoche, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia». Viotti si era recato nelle zone di confine tra Italia e Francia proprio nei giorni scorsi, per verificare di persona la situazione: «Da un lato ho trovato serietà, preparazione e umanità da parte dei sindaci, delle ong impegnate e dei cittadini, dall’altro arroganza e crudeltà» ha detto.
La proposta di Frediani (M5S)
Intanto, proprio ieri è arrivata in Consiglio Regionale del Piemonte la proposta della grillina Francesca Frediani per impegnare la Giunta a costituire un gruppo di lavoro dedicato al tema che vede alcuni comuni dell'alta Valle in prima linea nell'assistenza e nella solidarietà, con postazioni mobili e mediatori culturali, ma anche nell'emergenza. In pratica, l'obiettivo è l'assistenza ai migranti che si raccolgono in Valsusa con l'obiettivo di arrivare in Francia attraversando anche di inverno i valichi ad alta quota.
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