28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Appuntamenti

Eventi a Firenze, 6 cose da fare martedì 13 marzo

La grande musica, il cinema, gli spettacoli e molto altro. Ecco cosa vi attende in città e come fare per non perdere gli appuntamenti migliori

Firenze, 6 cose da fare martedì 13 marzo
Firenze, 6 cose da fare martedì 13 marzo Foto: ANSA

FIRENZE – Dal tour di Jovanotti, Al cinema, agli spettacoli, alla cultura. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del martedì sera fiorentino

Jovanotti in tour
Continua il lungo tour nei palazzetti di Lorenzo Jovanotti Cherubini che fino al 20 marzo sarà al Mandela Forum. Jovanotti torna in tour con il «Lorenzo Live 2018». Il tour toccherà le principali città italiane Il tour segue l’uscita del disco prodotto da Rick Rubin (per la prima volta al lavoro con un artista italiano). Dopo il successo di Lorenzo negli stadi 2015 e del successivo Lorenzo nei Palasport, Jovanotti tornerà da febbraio a giugno 2018, con svariate decine di appuntamenti nei Palazzi dello Sport e suonerà con la sua band nelle città «fino a prendere la residenza», come lui stesso ha recentemente dichiarato. Il tour dall’impianto del tutto innovativo e la cura e l’attenzione che Lorenzo e Trident , produttore degli spettacoli di Jovanotti fin dagli anni 90, destinano ad ogni spettacolo, garantiscono uno show nuovo e del tutto speciale.

Cinema
Martedì 13 (alle 16.30 – 18.30 – 21) e Mercoledì 14 (alle 16) al Cinema Odeonil film-evento «»Hitler contro Picasso e gli altri (versione italiana), che vede la partecipazione straordinaria di Toni Servillo. In due modi il nazismo mise le mani sull’arte: tentando di distruggere ogni traccia delle opere classificate come degenerate e attuando in tutta Europa un sistematico saccheggio di arte antica e moderna. In anteprima mondiale il documentario che ci guida per la prima volta alla scoperta del Dossier Gurlitt, di rari materiali d’archivio, dei tesori segreti del Führer e di Goering. Con la colonna sonora originale di Remo Anzovino. Chagall, Monet, Picasso, Matisse, Klee, Kokoschka, Otto Dix, El Lissitzky. Artisti messi al bando, disprezzati, condannati eppure anche trafugati, sottratti, scomparsi. Sono trascorsi 80 anni da quando il regime nazista bandì la cosiddetta arte degenerata, organizzando, nel 1937 a Monaco, un’esposizione pubblica per condannarla e deriderla e, contemporaneamente, una mostra per esaltare la pura arte ariana, con «La Grande Esposizione di Arte Germanica». Proprio in quegli stessi giorni cominciò la razzia, nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti e ebrei, di capolavori destinati a occupare gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz (rimasto poi solo sulla carta) e di Carinhall, la residenza privata di Goering, l’altro grande protagonista del saccheggio dell’Europa. Si calcola che le opere sequestrate nei Musei tedeschi siano state oltre 16 mila e oltre 5 milioni in tutta Europa. Tra gli artisti all’indice Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Marc Chagall, El Lissitzky. Sui muri le frasi di commento: «Incompetenti e ciarlatani», «Un insulto agli eroi tedeschi della Grande Guerra», «Decadenza sfruttata per scopi letterari e commerciali». La mostra sull'arte degenerata fu portata in tour come esempio in 12 città tra Austria e Germania e la visitarono circa 2 milioni di persone. Proprio per raccontare alcune delle infinite storie che presero il via in quei giorni, a distanza di 80 anni arriva oggi sul grande schermo un documentario-evento con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo e la colonna sonora originale firmata da Remo Anzovino. Il film ci guida tra Parigi, New York, l’Olanda e la Germania raccogliendo testimonianze dirette sulle storie che prendono il via da quattro grandi esposizioni che in questi ultimi mesi hanno fatto il punto sull’arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, ultime restituzioni e preziosi materiali d’archivio.

Libri
Alla Biblioteca Oblate, martedì 13 marzo, alle 18, Cecilia Strada presenta il suo libro: «La Guerra tra noi» - (Rizzoli 2017) - modera Claudio Coppini.

A teatro
Al Teatro Rifredi, martedì 13 marzo, alle 21, in scena «Una storia disegnata nell’aria» è uno spettacolo nel quale l’arte della narrazione mira diritto al cuore degli spettatori facendo emergere, con l’intelligenza delle emozioni, la fragilità di una adolescente trovatasi al centro di uno dei momenti più drammatici della nostra Repubblica: le stragi di mafia. La storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia in Italia, è emblematica; è una storia nella quale emerge forte il desiderio di affermare una realtà libera da veti e mutismi, da intimidazioni velate e soprusi subiti. Lo spettacolo racconta di Rita, dei suoi tatuaggi emotivi, della sua voglia di vivere e della sua capacità di trasformare, grazie all’aiuto di Paolo Borsellino, il sentimento di vendetta in senso di giustizia. Racconta la vitalità caparbia di una diciassettenne che ha visto sgretolare la sua speranza in quel tragico luglio 1992: una storia degna di essere raccontata.

Serate anni 30
Al Cafe1926 Bistrot — Cucina, Rum e Live Music: sarà l'occasione per scoprire curiosità e informazioni sugli anni 30 accompagnati da musica swing-jazz degustando un buon bicchiere di rum e cioccolato. Duccio Bonciani, Andrea Baroni, Tommaso Faglia, Valentina Di Stefano ci trasporteranno nel mondo musicale dello swing-jazz con performance live. Grazie a Lady Jane B. Vintage Boutique potrete vedere capi d'abbigliamento originali messi a disposizione solo per noi.

Spettacolo
Al Teatro della percola da martedì 13 marzo, in scena Il piacere dell'onestà. Liliana Cavani torna a dirigere Geppy Gleijeses ne Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello. Con Vanessa Gravina. La società tiene a distanza gli onesti, ne ha paura: sono diversi e in quanto tali pericolosi, evidenziano le colpe e le mancanze delle cosiddette persone rispettabili, le cui maschere di onorabilità sono guardate con ammirazione e invidia. La parola ‘onestà’, di grande effetto al tempo di Pirandello, è diventata parola di lacerante significato in questa nostra travagliata epoca, svuotata ormai di ogni senso dallo sfrenato desiderio di apparire che domina sull’essere. In tale contesto, ‘il piacere dell’onestà’ è riservato ormai solo ai cittadini ‘normali’ che pagano le tasse, che rispettano le regole, ma che non ottengono fama e gloria, vengono anzi derisi e snobbati perché portatori di una sana onestà intellettuale, mentre tutt’intorno il mondo della mutevole e vacua apparenza dei notabili della politica sprofonda sempre più nella feccia dell’ipocrisia.