19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Contraccezione femminile

Jaydess il contraccettivo più amato dalle donne. Cos’è e come funziona, compresi gli effetti indesiderati

La contraccezione femminile non è soltanto la pillola, ma oggi ci sono delle valide e sicure alternative. Una di queste è Jaydess, che è molto amato dalle donne. Ecco di cosa si tratta, pregi e difetti

Contraccettivi femminili, c'è anche Jaydess
Contraccettivi femminili, c'è anche Jaydess Foto: Shutterstock

La contraccezione femminile si avvale di molti mezzi. Dalla più conosciuta e diffusa pillola, fino ai cerotti, gli anelli vaginali fino al più banale preservativo. Ma la ricerca in questo campo è sempre attiva, e di quando in quando sforna una qualche novità. Anche se non proprio nuovo, c’è un contraccettivo che ha registrato un vero e proprio boom tra le donne: è il Jaydess, che in sostanza è un sistema intrauterino simile alle vecchie ‘spirali’ che tuttavia può essere usato da tutte, proteggendo in modo quasi totale dalle gravidanze indesiderate, grazie alla presenza di progesterone in esso contenuto. Questo permette di evitare la fecondazione, proteggendo al contempo dalle infezioni e contrastando anche la sindrome premestruale.

Il sistema Jaydess
Oggetto di discussione all’ultimo Congresso della European Society of Contraception and Reproductive Health (Esc), Jaydess è uno trai dispositivi intrauterini più moderni presenti al momento sul mercato. La sua forma è quella tipica delle spirali anticoncezionali, ossia a T, e misura 3 centimetri di lunghezza. A differenza di queste, tuttavia, nella parte più lunga è dotato di un serbatoio che contiene levonorgestrel, il progesterone, che viene rilasciato in dosi minime, ma quel tanto che basta per evitare una gravidanza. Uno dei vantaggi è che, grazie alle sue dimensioni ridotte, la donna che l’indossa può avere tranquillamente il ciclo mestruale, dato che l’ovulazione non è bloccata.

Come funziona Jaydess
Jaydess è un sistema contraccettivo che, grazie alle sue dimensioni ridottissime, si adatta alle donne di tutte le età, comprese quelle più giovani. Lo possono utilizzare anche le donne che non hanno avuto figli. Per ottenere Jaydess bisogna recarsi dal proprio ginecologo, il quale inserisce nell’utero la spirale contraccettiva. L’inserimento si fa tra il primo e il settimo giorno di mestruazione oppure dopo 6-12 settimane dal parto. Jaydess può essere utilizzato anche durante l’allattamento. Dopo il primo impianto, dura 3 anni. Chi però volesse, può farlo rimuovere in qualsiasi momento – per esempio quando si decide di pianificare una gravidanza.
Jaydess modifica anche la mucosa dell’utero, rendendo più difficile l’annidarsi di un possibile embrione. L’azione meccanica della spiralina Jaydess avviene a livello locale, dove invece di alterare l’ovulazione interviene direttamente sugli spermatozoi bloccandone la risalita per andare a fecondare l’uovo. L’azione poi del progesterone fa sì che sia ridotta la proliferazione della mucosa dell’utero, in modo che il flusso mestruale sia ridotto e, con questo, anche i disturbi associati alle mestruazioni, compresa l’anemia. Anche le infezioni, tipiche delle spirali in rame, sono in genere evitate.

Il controllo
Poiché si tratta comunque di un corpo meccanico inserito nell’utero, Jaydess necessita di controlli. Uno deve essere eseguito dal medico a 1-3 mesi di distanza dall’inserimento. Dopo di che basteranno controlli annuali. Tuttavia la donna che lo indossa dovrà controllarne la corretta presenza dopo ogni ciclo mestruale, che può facilmente fare per mezzo dei fili di controllo. Durante le mestruazioni è possibile anche utilizzare gli assorbenti interni, è pero necessario fare attenzione quando si rimuovono per evitare di estrarre Jaydes tirando i fili di controllo della spirale.

Gli effetti indesiderati
Ogni donna è diversa, per cui può accadere che una cosa che va bene per una non lo vada per un’altra. Ci sono infatti dei disturbi associabili alla presenza di Jaydess che sono elencati nel foglietto illustrativo del dispositivo. Se si nota un qualcosa del genere, allora è bene rivolgersi al ginecologo per l’eventuale rimozione o altra azione. Nei primi 3-6 mesi dall’impianto si possono avere perdite abbondanti, ciclo prolungato o altre perdite vaginali. Può capitare che con il passare del tempo le mestruazioni – che si riducono a mano a mano – possano arrivare a scomparire del tutto. Altri effetti collaterali noti sono mal di testa, dolori addominali e pelvici, acne o pelle grassa, anomalie mestruali, cisti ovariche, vulvovaginiti. Raramente sono stati registrati sbalzi d’umore, depressione, nausea, infezioni dell’apparato genitale superiore, dismenorrea, tensioni o dolori al seno, perdita dei capelli e spotting. Più rari, ma possibili, sono casi di irsutismo (crescita abnorme di peli), perforazioni o penetrazione del dispositivo nella parete dell’utero. Nel caso raro in cui tuttavia si rimanga incinta, Jaydess aumenta il rischio di gravidanza tubarica.

Le controindicazioni
Jaydess, si legge nel ‘bugiardino’, è controindicato in presenza di anomalie congenite o acquisite dell’utero e del collo dell’utero. E anche in presenza di infiammazioni del bacino inferiore, suscettibilità a infezioni e assunzione di farmaci immunosoppressori. Non si deve usare anche in caso di infezioni del tratto genitale inferiore e del collo dell’utero, infiammazione dell’utero dopo un parto o un aborto. È da evitare anche in presenza di neoplasie o tumori del collo dell’utero e dell’utero o del fegato. Non deve essere usato in caso di ipersensibilità al levonogestrel o a uno degli altri componenti e, ovviamente, in gravidanza. Se si assumono farmaci è bene prima consultarsi con il proprio medico per valutare le possibili interazioni negative. In linea generale è sempre bene tenere presente che non esiste al momento un contraccettivo che non abbia effetti collaterali e sicuro al 100%, per cui è sempre bene valutare i pro e i contro prima di decidere per l'uno o per l'altro.