Fake news, Boldrini: è arrivata l'ora della responsabilità per Facebook e Google
Contro le cosiddette fake news 'c'è tanto lavoro' da fare per i social network e i 'giganti digitali' come Facebook e Google, scrive Boldrini. Serve collaborazione con istituzioni e giornali. I soldi? 'Li hanno visti gli ingenti profitti'

ROMA - Contro le cosiddette fake news "c'è tanto lavoro" da fare per i social network e i "giganti digitali" come Facebook e Google: lo ha scritto la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un lungo intervento per la rivista Italianieuropei, dedicato al tema della lotta alle cosiddette fake news sul web, nel quale sottolinea l'importanza del tema, rimarca l'importanza degli interessi economici e politici dietro la produzione di "falsi" virali, e fa appello a un maggiore impegno anche del mondo dell'informazione sul fact checking e la verifica delle fonti. "E' soprattutto per gli over-the-top - ha osservato la terza carica dello Stato - che è scoccata l'ora della responsabilità. Devono finalmente riconoscere di essere media company, non semplici autostrade sulle quali transitano prodotti altrui, e indirizzare le loro politiche verso una maggiore trasparenza".
Collaborazione con istituzioni e giornali
A giudizio di Boldrini, "per contrastare le fake news è essenziale che i social network sappiano incrementare la collaborazione con le istituzioni e le testate giornalistiche, così come è necessario un loro maggiore investimento in risorse umane e tecnologie adeguate a fronteggiare il problema, anche attraverso l'apertura di uffici territoriali destinati al controllo dei contenuti e al rapporto con gli utenti".
"I soldi li hanno visti gli ingenti profitti"
"I capitali per farlo - ha sottolineato ancora la presidente della camera - sanno dove trovarli, visti gli ingentissimi profitti accumulati anche grazie a normative fiscali troppo generose nei loro confronti. Di recente tanto il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, quanto il co-fondatore di Twitter, Evan Williams, hanno mostrato a parole una qualche consapevolezza dei danni gravi che le loro creature possono concorrere a determinare. Ma le parole non bastano: attendiamo queste imprese alla prova dei fatti".
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