28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
vigilanza

Spiagge libere, bagnanti a rischio: i bagnini comunali solo ad agosto

I genovesi rischiano di non poter fare il bagno sicuri questa estate. Il servizio di salvataggio comunale, per mancanza di risorse, inizierà solo ad agosto, forse la prima di luglio. Intanto controlli a tappeto per le segnalazioni

Spiagge libere, bagnanti a rischio: i bagnini comunali solo ad agosto
Spiagge libere, bagnanti a rischio: i bagnini comunali solo ad agosto Foto: ANSA

GENOVA - Mentre restano disperate le condizioni del 19enne del Kosovo che domenica pomeriggio ha rischiato di perdere la vita davanti alla scogliera della spiaggia libera di Pegli, ritorna sotto i riflettori il problema della vigilanza sui litorali liguri. Sono 12 le spiagge, tra cui Voltri, Pegli, Quinto, Nervi, Vesimi, che dovrebbero esser dotate di un servizio di salvataggio messo a disposizione dal Comune. Servizio di cui non si vedrà ombra almeno fino all’ultima settimana di luglio.

Niente bagnini comunali fino ad agosto
Pochi soldi, poche risorse e così le spiagge libere liguri rimangono scoperte e in totale stato di abbandono. Eppure la norma della Capitaneria di porto parla chiaro: un bagnino con relativa attrezzatura ogni 80 metri di spiaggia. A causa dell’assenza di fondi, tuttavia, i bagnini comunali non potranno essere disponibili prima di agosto, forse l’ultima di luglio e la prima di settembre. A oggi, la Capitaneria di porto ha avuto conferme della presenza di bagnini comunali già a partire dalla metà di giugno solo a Bogliasco, Arenzano e Sori. Mentre il Comune di Genova non ha ancora comunicato come intende operare sulla questione vigilanza sulle spiagge.

Occhio alle multe
La norma della Capitaneria di porto, contrariamente a quanto avviene nella provincia di Savona, non prevede per i comuni genovesi l’obbligo di posizionare i bagnini sulle spiagge libere, ma auspica una maggiore consapevolezza e attenzione riguardo alla problematica. Questo significa che ai Comuni genovesi è sufficiente apporre una segnaletica in almeno cinque lingue lungo i litorali più critici, indicando che la «balneazione avviene in acque non sicure». Se il Comune non provvederà a installarli rischia una multa fino a mille euro per spiaggia.