19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Possibili aumenti di tabacchi e carburanti

Brunetta: «Padoan ci imbroglia: l’unica cosa certa è che aumenteranno le tasse»

Continua la campagna martellante del capogruppo di Forza Italia alla Camera contro la manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi del governo Gentiloni, perché richiesti dall'Unione europea

ROMA – Continua la campagna martellante del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, contro il probabile aumento delle tasse che il governo Gentiloni dovrà varare per trovare i 3,4 miliardi di manovra aggiuntivi richiesti dall'Unione europea. Brunetta ha attaccato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: «Il governo è in un mare di guai perché non riesce a trovare i 3,4 miliardi per la manovrina. Padoan ci imbroglia: l’unica cosa certa è che aumenteranno le tasse. In compenso le difficoltà saranno tante quando in autunno ci sarà da fare la manovra vera e propria con una crescita pari allo zero».

"Sono in un mare di guai»
Il forzista ha proseguito: «Sono in un mare di guai perché un governo che non sa trovare 3,4 miliardi di euro, la manovrina che ci chiede l'Unione europea, non è degno di questo nome. Il bilancio dello Stato è di oltre 800 miliardi di euro, il Pil il doppio, e qui stiamo parlando di 3,4 miliardi. In compenso fa confusione, mescola manovrina con il Def, per cui racconterà miracoli, riforme, investimenti, tagli, tutto il libro dei sogni, ma non dirà nulla sulla prossima legge di bilancio, a settembre-ottobre, quando servirà una vera manovra di 20-30 milioni di euro. E non dice neanche che la crescita sarà bassissima, la più bassa d'Europa, e non dice che il deficit sarà di oltre un punto più di quello che doveva essere».

«Governo incapace, impotente, imbroglione»
Il deputato di Fi ha concluso: «Quindi, un governo incapace, impotente, imbroglione che non racconta la verità agli italiani. La verità invece è semplice: confusione e aumento delle tasse. Il tutto per non volere dare segnali veri al Paese. La situazione è grave e continua a esserlo su occupazione, investimenti, consumi. Così continuiamo a essere il fanalino di coda dell'Europa».