29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
L'invito

Per il Giubileo dei carcerati mille detenuti con Papa Francesco domenica a San Pietro

Lo ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, responsabile Vaticano per l'anno santo, presentando l'evento in sala stampa vaticana. «Sono iscritte al momento oltre 4.000 persone, di cui più di mille saranno i detenuti, provenienti da 12 Paesi nel mondo».

La basilica di San Pietro a Roma
La basilica di San Pietro a Roma Foto: Shutterstock

CITTÀ DEL VATICANO - Al Giubileo dei carcerati che si svolge domenica prossima, 6 novembre, sono stati invitati a partecipare a San Pietro «i detenuti con i loro famigliari, gli agenti della Polizia Penitenziaria e altri operatori penitenziari, i cappellani delle carceri e le associazioni che offrono assistenza all'interno e all'esterno delle carceri». Lo ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, responsabile Vaticano per l'anno santo, presentando l'evento in sala stampa vaticana. «Sono iscritte al momento oltre 4.000 persone, di cui più di mille saranno i detenuti, provenienti da 12 Paesi nel mondo: Inghilterra, Italia, Lettonia, Madagascar, Malesia, Messico, Olanda, Spagna, USA, Sudafrica, Svezia e Portogallo».

Il servizio liturgico, ha detto ancora Fisichella, «sarà svolto dai detenuti. Le ostie che saranno utilizzate per la santa Messa sono state prodotte da alcuni detenuti del carcere di Opera di Milano, nell'ambito del progetto 'Il Senso del Pane', pensato e organizzato proprio in occasione del Giubileo, e sviluppato in collaborazione con la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus». Accanto al crocefisso in legno del XIV secolo restaurato di recente, «sarà esposta la statua della Madonna della Mercede, protettrice dei prigionieri; il Bambino Gesù tiene tra le sue mani le manette aperte in segno di liberazione e di fiducia. Prima della s. Messa, il Papa saluterà alcuni carcerati e personalità presenti alla celebrazione».

Il programma de Giubileo dei carcerati, ha spiegato Fisichella, «è molto semplice e non si discosta dallo spirito con cui si è voluto vivere il Giubileo. Nella giornata di sabato i partecipanti avranno la possibilità, nelle Chiese giubilari, di confessarsi e di compiere il pellegrinaggio verso la Porta Santa di San Pietro attraversando il percorso di via della Conciliazione, per prepararsi alla Celebrazione del giorno successivo. Dalle ore 7.30 sarà possibile entrare in Basilica, in attesa della celebrazione della Santa Eucaristia presieduta dal Santo Padre alle ore 10.00».

«Molto intenso, a partire dalle ore 9.00, sarà il momento delle testimonianze. Avremo, infatti, come preparazione alla celebrazione eucaristica la presentazione di 4 testimoni che abbracciano l'arco del mondo delle carceri. Un detenuto che in carcere ha sperimentato l'esperienza della conversione, che parlerà insieme alla vittima con la quale si è riconciliato; il fratello di una persona uccisa che si è fatta strumento di misericordia, quindi di perdono; un ragazzo minorenne che sta scontando la sua pena e, infine, un agente della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente è a contatto con i detenuti. Ascolteremo la loro esperienza di vita, e comprenderemo quanto il tema della misericordia non sia affatto una parola teorica, ma una genuina azione quotidiana che rappresenta spesso una vera sfida esistenziale. Le testimonianze saranno intercalate da musiche e canti realizzate dal Coro Papageno, composto da volontari e detenuti della Casa Circondariale Dozza di Bologna». A mezzogiorno, infine, Angelus in piazza San Pietro.

Il gruppo più numeroso di carcerati, ha sottolineato mons. Fisichella, «proviene dall'Italia con cui, fin dai primi mesi del Giubileo, si è potuto realizzare un'attiva collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Grazia e di Giustizia, unitamente all'Ispettorato generale dei Cappellani. Questa fattiva collaborazione ha permesso che i detenuti di tutte le categorie possano essere rappresentate in San Pietro». Ci saranno, quindi, «minori, persone in alternativa al carcere sul territorio, persone in detenzione domiciliare e detenuti definitivi con condanne diverse... insomma - ha detto Fisichella - una presenza vera che segna un reale impegno per offrire un futuro e una speranza oltre la condanna e la durata della pena. Merita ricordare, inoltre, che in questi mesi la collaborazione con il Ministero di Giustizia ha consentito che sei detenuti svolgessero il loro servizio come volontari del Giubileo. Un'esperienza intensa vissuta da tutti con spirito di genuino impegno e responsabilità».

Il Papa, ha ricordato mons Fisichella, ha sempre dedicato grande attenzione ai carcerati: «Basti pensare alla sua prima celebrazione della s. Messa in Coena Domini, nel carcere minorile di Casal del Marmo, per poi passare alle sue numerose visite nelle carceri di molti paesi: a Poggioreale (Napoli) nel marzo 2015, dove ha condiviso il pranzo con i detenuti, a Philadelphia nel settembre 2015, a Palmasole (Bolivia) nel luglio 2015 e a Ciudad Juarez (Messico) nel febbraio 2016».