Papa Francesco ai Luterani: «Unità tra Cristiani è una priorità»
Lo ha sottolineato Papa Francesco alla Malmö Arena, che, per il suo 17esimo viaggio apostolico, si è recato in Svezia in occasione della Commemorazione Comune Luterano-Cattolica della Riforma: «Tra noi è molto più quello che ci unisce di quello che ci separa».

MALMOE - «L'unità tra i cristiani è una priorità»: lo ha sottolineato Papa Francesco alla Malmö Arena, che, per il suo 17esimo viaggio apostolico, si è recato in Svezia in occasione della Commemorazione Comune Luterano-Cattolica della Riforma.
Il Santo Padre Francesco è arrivato alla Malmö Arena, dove si tine l'evento ecumenico, accompagnato dal presidente della Lwf, Lutheran World Federation, il vescovo Munib Yunan, dal segretario generale, il reverendo Martín Junge, e dal presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, cardinale Kurt Koch, e ha compiuto un giro nell'Arena a bordo di una vettura elettrica.
L'evento ecumenico, nel quinto centenario della Riforma Luterana, è stato introdotto dal Segretario generale della Lwf, Reverendo Martín Junge, cui sono seguite quattro testimonianze: una giovane indiana, un sacerdote colombiano, una donna dal Burundi e una rifugiata dal Sud Sudan, che hanno rimarcato anche l'impegno comune nella solidarietà.
Dopo il discorso del presidente della Lwf, il vescovo Munib Yunan, ha parlato il Santo Padre: «Cari fratelli e sorelle, rendo grazie a Dio per questa commemorazione congiunta dei 500 anni della Riforma, che stiamo vivendo con spirito rinnovato e nella consapevolezza che l'unità tra i cristiani è una priorità, perché riconosciamo che tra di noi è molto più quello che ci unisce di quello che ci separa».
E «il cammino intrapreso per raggiungerla è già un grande dono che Dio ci fa e, grazie al suo aiuto, siamo oggi qui riuniti, luterani e cattolici, in spirito di comunione, per rivolgere il nostro sguardo all'unico Signore, Gesù Cristo».
«Il dialogo tra di noi - ha ricordato Francesco - ha permesso di approfondire la comprensione reciproca, di generare mutua fiducia e confermare il desiderio di camminare verso la comunione piena. Uno dei frutti prodotti da questo dialogo è la collaborazione tra diverse organizzazioni della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa Cattolica». Così, «grazie a questo nuovo clima di comprensione, oggi Caritas Internationalis e Lutheran World Federation World Service firmeranno una dichiarazione comune di accordi, allo scopo di sviluppare e consolidare una cultura di collaborazione per la promozione della dignità umana e della giustizia sociale».
Il Papa ha salutato «cordialmente i membri di entrambe le organizzazioni che, in un mondo frammentato da guerre e conflitti, sono state e sono un esempio luminoso di dedizione e servizio al prossimo. Li esorto a continuare sulla strada della cooperazione».
E Francesco ha poi continuato il suo discorso sottolineando le testimonianze sentite: «Ho ascoltato con attenzione le testimonianze: come, in mezzo a tante sfide, giorno dopo giorno, mettono a disposizione la vita per costruire un mondo che corrisponda sempre di più ai disegni di Dio. Pranita si è riferita alla creazione. E' certo che tutta la creazione è una manifestazione dell'immenso amore di Dio verso di noi; per questo, anche attraverso i doni della natura noi possiamo contemplare Dio. Condivido la tua costernazione per gli abusi che danneggiano il pianeta, la nostra casa comune, e che producono gravi conseguenze anche sul clima. Come bene hai ricordato, gli impatti maggiori ricadono spesso sulle persone più vulnerabili e con meno risorse, che sono costrette ad emigrare per salvarsi dagli effetti dei cambi climatici. Tutti siamo responsabili della salvaguardia del creato, in modo particolare noi cristiani. Il nostro stile di vita, i nostri comportamenti devono essere coerenti con la nostra fede. Siamo chiamati a coltivare un'armonia con noi stessi e con gli altri, ma anche con Dio e con l'opera delle sue mani. Pranita, ti incoraggio a proseguire nel tuo impegno a favore della nostra casa comune».
E ancora «monsignor Héctor Fabio ci ha informato sul lavoro congiunto che cattolici e luterani svolgono in Colombia. E' una buona notizia sapere che i cristiani si uniscono per dar vita a processi comunitari e sociali di comune interesse. Vi chiedo una speciale preghiera per quella terra meravigliosa affinché, con la collaborazione di tutti, si possa giungere finalmente alla pace, tanto desiderata e necessaria per una degna convivenza umana. Sia una preghiera che abbracci anche tutti i Paesi in cui si stanno protraendo gravi situazioni di conflitto».
Mentre «Marguerite ha richiamato la nostra attenzione sul lavoro in favore dei bambini vittime di tante atrocità e sull'impegno per la pace. E' qualcosa di ammirevole e - ha sottolineato il Papa - al tempo stesso, un appello a prendere sul serio innumerevoli situazioni di vulnerabilità sofferte da tante persone indifese, quelle che non hanno voce. Quello che tu consideri come una missione, è stato un seme che ha prodotto frutti abbondanti, e oggi, grazie a questo seme, migliaia di bambini possono studiare, crescere e recuperare la salute. Ti ringrazio per il fatto che ora, anche in esilio, continui a comunicare un messaggio di pace. Hai detto che tutti quelli che ti conoscono pensano che quello che fai è una pazzia. Certo, è la pazzia dell'amore a Dio e al prossimo. Magari questa pazzia potesse propagarsi, illuminata dalla fede e dalla fiducia nella Provvidenza! Vai avanti e possa quella voce di speranza che hai ascoltato all'inizio della tua avventura continuare a stimolare il tuo cuore e il cuore di molti giovani».
Infine, «Rose, la più giovane, ha offerto una testimonianza davvero commovente. Ha saputo trarre profitto dal talento che Dio le ha dato mediante lo sport. Invece di sprecare le sue forze in situazioni avverse, le ha impiegate in una vita feconda. Mentre ascoltavo la tua storia - ha confidato Francesco - mi veniva in mente la vita di tanti giovani che hanno bisogno di testimonianze come la tua. Mi piacerebbe ricordare che tutti possono scoprire la meravigliosa condizione di essere figli di Dio e il privilegio di essere benvoluti e amati da Lui. Rose, ti ringrazio di cuore per i tuoi sforzi e i sacrifici per incoraggiare altre ragazze a tornare a scuola, e anche per le preghiere che reciti ogni giorno per la pace nel giovane Stato del Sudan del Sud, che ne ha tanto bisogno».
E - ha continuato il Papa dalla Malmö Arena - «dopo aver ascoltato queste forti testimonianze, che ci fanno pensare alla nostra vita e al modo in cui rispondiamo alle situazioni di necessità che si trovano accanto a noi, desidero ringraziare tutti i governi che assistono i rifugiati, i profughi e coloro che chiedono asilo, perché ogni azione in favore di queste persone che hanno necessità di protezione rappresenta un grande gesto di solidarietà e di riconoscimento della loro dignità. Per noi cristiani è una priorità andare incontro agli scartati e agli emarginati del nostro mondo e rendere tangibile la tenerezza e l'amore misericordioso di Dio, che non scarta nessuno, ma accoglie tutti».
Un pensiero poi alla guerra in Siria: «Tra poco ascolteremo la testimonianza del Vescovo Antoine, che vive ad Aleppo, città stremata dalla guerra, dove sono disprezzati e calpestati persino i diritti più fondamentali. Le notizie ci riferiscono quotidianamente l'indicibile sofferenza causata dal conflitto siriano, che dura ormai da più di cinque anni. In mezzo a tanta devastazione, è veramente eroico che rimangano lì uomini e donne per prestare assistenza materiale e spirituale a chi ne ha necessità. È anche ammirevole che tu, caro fratello, continui a lavorare in mezzo a tanti pericoli per raccontarci la drammatica situazione dei siriani. Ciascuno di loro è nel nostro cuore e nella nostra preghiera. Imploriamo la grazia della conversione dei cuori di quelli che detengono la responsabilità dei destini di quella regione».
«Cari fratelli e sorelle, non lasciamoci abbattere dalle avversità», ha esortato il Papa, concludendo: «Queste storie ci motivino e ci offrano nuovo impulso per lavorare sempre più uniti. Quando torniamo alle nostre case, portiamo con noi l'impegno di fare ogni giorno un gesto di pace e di riconciliazione, per essere testimoni coraggiosi e fedeli di speranza cristiana, e come sappiamo la speranza non delude».
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