Dopo-Renzi, parte il toto-nome. Ecco i 3 papabili in cima alla lista
Mancano meno di 60 giorni al referendum, e c'è già chi pensa a un eventuale dopo-Renzi. Chi sarebbe, in caso di vittoria del 'No', il suo più papabile successore?
ROMA - Mancano meno di sessanta giorni dal referendum costituzionale, e il percorso del premier pare costellato di ostacoli. Le opposizioni sul piede di guerra, il PD sull'orlo della rottura, i sondaggi che certificano un costante testa a testa tra «sì» e «no», e quello scenario, nemmeno troppo lontano, che la vittoria del «no» metta una fine prematura alla carriera politica del presidente del Consiglio. E così, c'è chi si chiede chi sarebbe, in quel caso, il suo successore, quello che, come lui fece con Enrico Letta, potrebbe soffiargli la poltrona dopo avergli intimato di «stare sereno».
Franceschini successore?
Nei palazzi romani, come riporta il Secolo XIX, c’è un nome fra tutti che si sussurra nei corridoi per un’ipotetica successione a Renzi: quello dell'attuale ministro della Cultura Dario Francheschini. Colui che pare più in grado di tenere unita l’attuale maggioranza e portarla a fine legislatura, mentre il Parlamento si impegnerebbe ad approvare una nuova legge elettorale. Franceschini è leader di Areadem, una corrente a cui fa riferimento la maggioranza dei parlamentari Pd e alla quale appartengono, tra l’altro, entrambi i capigruppo: Zanda e Rosato. E solo grazie a lui, non a caso, il premier riuscì a far saltare il governo Letta. L'ex Segretario non è malvisto nemmeno dai giovani turchi e dalla sinistra di Orlando, Martina e Fassino, ma contemporaneamente conserva buoni rapporti con Forza Italia. E, non da ultimo, gode della stima del capo dello Stato.
Franceschini come Savonarola
E' probabile che Renzi abbia consapevolezza di questo scenario, che peraltro è stato esplicitato da un fedelissimo di Franceschini, il deputato Piero Martino, con un tweet un po' avventato. Martino, in particolare, commentava positivamente un retroscena pubblicato da Panorama sull'argomento. Dettaglio che non deve essere sfuggito al premier, che, incontrando il ministro della Cultura a Firenze il giorno dopo, ha fatto una battuta che sa di avvertimento, riportata dal Secolo XIX: «Caro Dario, l’ultimo ferrarese che è passato di qui ha fatto una brutta fine, una finuccia…». Il riferimento storico era a Gerolamo Savonarola, con cui Franceschini per ora condivide solo l'origine ferrarese, ma con il quale - deve aver pensato il premier - il titolare della Cultura potrebbe presto spartire la «fine». Perché Savonarola, dopo aver tentato la scalata al potere, è finito bruciato in Piazza della Signoria.
Padoan o Calenda
E se con Franceschini le cose dovessero andare storte, Mattarella potrebbe considerare altri due nomi: Pier Carlo Padoan e Carlo Calena. Il primo, attuale ministro dell'Economia, sarebbe l'uomo giusto per rassicurare i mercati dopo lo shock del referendum. Calenda, più defilato, sarebbe il successore giusto per proseguire nel solco renziano della rincorsa alla «crescita». Secondo il Secolo XIX, tale scenario sarebbe stato dipinto dallo stesso Calenda confidenzialmente, parlando con una fonte «chiacchierona» che sarebbe subito corsa ad avvisare il premier. Il quale, se anche non dovesse essere più a Palazzo Chigi, rimarrà comunque segretario Pd. E sarà quindi lui a dover dare il via libera a qualunque successore.
- 19/12/2016 Renzi: «Al Referendum abbiamo straperso»
- 06/12/2016 La profezia (attesa) del Financial Times: Renzi ultimo premier filo-europeo, e Italia peggio della Grecia
- 06/12/2016 El País all'attacco: i 3 più gravi errori di Renzi che l'hanno condannato alla sconfitta
- 06/12/2016 L'uomo del Sì di Renzi, Jim Messina: una «sola» da 400mila euro