28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Il presidente emerito si schiera per il Sì

Referendum costituzionale, Salvini: Napolitano si goda la pensione

Giorgio Napolitano, in un'intervista al Corriere della Sera, afferma che, qualora al referendum vincesse il No, l’Italia apparirà come una «democrazia incapace di riformare il proprio ordinamento e mettersi al passo con i tempi». Duro il commento di Matteo Salvini

ROMA - «Il signor Napolitano (chiamarlo "presidente emerito" non mi riesce) dopo aver svenduto l'Italia all'Europa, dopo aver inventato la prima disastrosa legge pro-clandestini, dopo essersi inventato i governi (non eletti) dei suoi amici Monti, Letta e Renzi, oggi sul Corriere lancia la sua campagna a favore del SI al Referendum di ottobre. Un buon motivo, non l'unico, per scegliere di votare no». Matteo Salvini torna ad attaccare l'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e lo fa con toni pesanti, in relazione ad un'intervista rilasciata dal Presidente al Corriere della Sera in relazione al referendum costituzionale di ottobre.

«Napolitano, non disturbi»
Secondo il presidente emerito, «è sbagliato personalizzare» il referendum, come sta facendo il premier, «ma è in gioco il governo». Matteo Salvini contesta la posizione dell'ex Capo dello Stato che si schiera dalla parte di Matteo Renzi e sostiene la campagna per il Sì. «"Caro" ex presidente – aggiunge Salvini sul suo profilo Facebook –, si goda la sua ricca pensione e non disturbi. Sono l'unico a pensarla così?». A proposito del referendum, Napolitano risponde alla firma del Corriere Aldo Cazzullo sull'esistenza di un vasto fronte del No. Per Napoltano si configurerebbero tre diverse attitudini: quella conservatrice che vedrebbe la Costituzione come intoccabile, per cui «non c’è urgenza né bisogno di rivederla»; quella politica e strumentale: si colpisce la riforma per colpire il premier; e quella «quella dottrinaria «perfezionista»».

Il No è la paralisi di revisione della Costituzione
«Dubito molto che tutti i 56 costituzionalisti e giuristi che hanno firmato il manifesto contro siano d’accordo su come si sarebbe dovuta fare la riforma»: posizione insostenibile, questa, poiché – secondo l'ex Capo di Stato – il No comporterebbe «la paralisi definitiva, la sepoltura dell’idea di revisione della Costituzione». Occorre rispetto per le riserve, «per quanto se ne siano espresse in Parlamento con grande abbondanza». La legge è stata lungamente discussa e del testo approvato si continuerà a discutere. Quando la legge sarà confermata, bisognerà costruire il nuovo Senato.

Italia in ritardo gravissimo
Se la prima parte della Costituzione incarna principi e valori fondamentali di convivenza civile e politica, la seconda – quella incentrata sull'ordinamento della Repubblica – ha presentato sin da subito debolezze evidenti. Sebbene i costituenti avessero pensato a strumenti che rafforzassero l'esecutivo e garantissero l'equilibrio dei governi, questi dispositivi non sono mai arrivati. Il bicameralismo paritario era «indifendibile», a detta di Napolitano, e oggi «siamo in ritardo gravissimo». Diversi i tentativi nel tempo di mettere mano alla Costituzione per migliorarla, tutti finiti male. «Se si affossa anche questo sforzo di revisione costituzionale, allora è finita: l’Italia apparirà come una democrazia incapace di riformare il proprio ordinamento e mettersi al passo con i tempi», spiega il presidente emerito.

Renzi sbaglia a personalizzare il referendum
Alla domanda su un possibile errore di Renzi nell'aver legato le sorti del governo a quelle del referendum, Napolitano risponde che il premier non avrebbe dovuto dare questa accentuazione politica personale. Solo un ipocrita, però, potrebbe dire che, qualora dovesse esserci un rigetto su una questione così importante non si porrebbe un problema per il suo futuro. «Renzi ha sbagliato a metterci un tale carico politico», dice l'ex Capo di Stato, perché se vince il Sì, vince l'interesse dell'Italia. «Non è un trofeo che Renzi possa impugnare, non è un’incoronazione personale», spiega ancora.