24 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Intervista a Il Tempo della candidata FdI

Elezioni Roma, Meloni: «Ecco perché solo io posso vincere»

Giorgia Meloni non teme rivali: i romani sanno che, per il centrodestra, hanno una sola opzione, che è quella di votare lei, «il resto è voto disperso»

ROMA – Non si interessa dei sondaggi, si fida solo di quelli della «Mercati rionali comunication», punta alla poltrona più importante del Campidoglio e lo fa mettendo al primo posto le richieste dei romani, Giorgia Meloni avvia oggi ufficialmente la sua campagna elettorale e alle 18, al Pincio, presenterà il programma elettorale. In un'intervista al quotidiano romano Il Tempo, la leader di Fratelli d'Italia spiega perché sarebbe lei l'unico voto utile del centrodestra.

Il natale di Roma e il Pincio
Per l'apertura della campagna elettorale, Giorgia Meloni – romana doc, proveniente dal quartiere popolare di Garbatella – sceglie una data e un luogo simbolici. Il 21 aprile è, infatti, il natale di Roma, «volevamo una data legata alla storia della città», spiega Meloni. La scelta del luogo è altrettanto significativa: uno spazio all'aperto in cui tutti i romani possano partecipare, «basta con i teatri e i luoghi chiusi, ci si chiude quando si ha qualcosa di cui vergognarsi o da farsi perdonare. Non è il mio caso».

L'amministrazione che dà il buon esempio
La candidata spiega di voler mettere mano all'incuria e al degrado di Roma, spronando però i romani a fare altrettanto, «Puoi avere il miglior sindaco del mondo, ma se la città non ti risponde non ce la puoi fare», spiega. L'amministrazione, di fronte a cittadini onesti e «di buona volontà» farà altrettanto: «voglio un’amministrazione specchiata e competente, che dia il buon esempio, offra servizi efficienti e in cambio chieda il rispetto di regole altrove normali». Se in passato questo non è successo e la risposta della città non c'è stata, la colpa è da imputare agli amministratori: Veltroni, Alemanno e Marino – e le loro amministrazioni – non hanno dato «il buon esempio».

La gente di centrodestra sceglie Meloni
Parlando di sondaggi, la candidata di FdI è ferma nella sua idea di una Roma che guarda alla persona e non alle indicazioni del partito. I sondaggi la vogliono tra i tre preferiti, insieme a Roberto Giachetti (Pd) e Virginia Raggi (M5s), ma Meloni non si culla sugli allori e spiega come per lei conti solo l'opinione della gente, quella che in più occasioni ha avuto modo di incontrare nei mercati rionali. Quella stessa che comprende «quando la tattica prevarica i loro interessi». E continua con la certezza che «la gente di centrodestra capisce che ha una sola opzione, il resto è voto disperso».

L'opportunità delle Olimpiadi
Nell'intervista, la candidata affronta il nodo Olimpiadi. Nei giorni scorsi Virginia Raggi aveva sollevato il problema di Roma 2024, spiegando come la Capitale fosse in ginocchio, sicuramente non pronta ad affrontare un evento della portata dei Giochi Olimpici. Meloni la pensa diversamente e vede nelle Olimpiadi «una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo». Per Meloni Roma avrebbe «le carte in regola» per ospitare i Giochi: nonostante il debito alle stelle e gli evidenti problemi economici della città, è possibile organizzare un'edizione dai costi limitati, «riqualificando e valorizzando strutture sportive già esistenti come Flaminio e Foro Italico». Un modo questo per rilanciare l'immagine della città, « facendo dimenticare scandali e problemi».

I guai del centrodestra romano
A proposito dei problemi del centrodestra capitolino, la candidata di FdI spiega che quello che vuole è vincere: «Per farlo vogliamo sostenere i candidati più competitivi. Appoggiamo solo chi può vincere. Altrimenti liberi tutti». La frecciatina a Silvio Berlusconi – che dall'inizio ha scelto di supportare la candidatura di Guido Bertolaso, ora pronto a fare un passo indietro – non manca: «Tutti dovrebbero sostenere un leader di partito che si candida nella sua città e che per altro è il candidato più forte della coalizione».

La spallata a Renzi l'«usurpatore»
Intanto, archiviato il referendum sulle trivelle, si pensa a quello costituzionale di ottobre. L'attacco al premier Matteo Renzi è duro: «è un bulletto di periferia che fa finta di essere uno statista – spiega Meloni –. È ridicolo e prepotente». La candidata demolisce la risposta del premier sul post referendum e lo definisce «usurpatore». Per Meloni, Renzi starebbe ignorando le elezioni amministrative puntando al referendum di ottobre perché consapevole del fatto che «le comunali rappresentano un vero test politico, rispecchiano ciò che pensa il popolo del governo e lui perderà in molte città». In merito al referendum di ottobre, non c'è spazio per ripensamenti: «Faremo la battaglia per il no all'abolizione della democrazia», afferma decisa Meloni, che conclude: «Ma la spallata al governo la daremo prima: alle comunali. Renzi ha detto di essere stato legittimato dal successo alle europee e se perde le amministrative non potrà che prenderne atto e dimettersi».