26 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Uno dei luoghi più suggestivi di Roma

Al via l'ultima fase dei lavori di restauro al Portico d'Ottavia

I lavori di restauro dureranno un anno e costeranno 456mila euro. I lavori di ripristino del Portico sono stati lunghi e complessi, ripartiti nel tempo in varie fasi di lavorazione

ROMA - Con l'avvio dell'ultima fase dei lavori al Portico d'Ottavia, che comprende restauro, consolidamento e sistemazione dell'area archeologica, Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina riconsegnerà alla città uno dei suoi luoghi più suggestivi. I lavori di ripristino del Portico sono stati lunghi e complessi, ripartiti nel tempo in varie fasi di lavorazione. Il primo step ha riguardato l'analisi e la verifica della stabilità del monumento attraverso un attento monitoraggio. Si è proceduto, con un primo intervento, al montaggio di un ponteggio sulla facciata interna del Portico, a ridosso della chiesa, necessario a garantire la pubblica incolumità, messa a rischio dal possibile distacco di frammenti dal timpano, e a protezione del monumento. Con un secondo intervento si è poi provveduto al montaggio dei ponteggi sulle altre facciate soggette a rischio di distacco di frammenti e, più precisamente, all'interno e all'esterno della facciata principale e all'interno delle due facciate laterali. Sono stati poi realizzati interventi di pre-consolidamento nelle zone a carattere d'estrema urgenza.

La terza fase
Nella terza fase che si sta avviando in questi giorni sarà realizzato il restauro delle superfici; il restauro dei materiali degradati; il completamento delle indagini riguardanti le attuali condizioni di degrado. Si interviene, in particolare, sull'elemento strutturale più critico rimuovendo i perni metallici all'interno di una colonna posteriore, risultato di un intervento di restauro degli anni '60 del '900. Il progetto prevede inoltre la riconfigurazione del podio nel suo aspetto originale con un intervento atto a coprire, con materiale leggero ed appositamente conformato, i vuoti lasciati dallo scavo delle tombe medievali pertinenti al cimitero della chiesa di S. Angelo in Pescheria. I lavori saranno realizzati dall'impresa R.T.I.I.C.E.M. srl (capogruppo) con la ditta Carlo Usai vincitrice della gara d'appalto e avranno una durata di 365 giorni per una spesa di 456.242,15 euro iva inclusa. 

Costruito da Augusto
Il complesso del portico d'Ottavia prospiciente sul Circo Flaminio (area che corrisponde all'antico ghetto) fu ricostruito da Augusto tra il 27 ed il 23 a.C., al posto del più antico portico di Metello, e dedicato alla sorella Ottavia. Successivamente fu restaurato e parzialmente ricostruito nel 191 da Settimio Severo (203). A questo periodo appartengono per la maggior parte i resti attualmente visibili. Era un quadriportico di m. 119 x 132, a una navata sulla fronte, a due sui fianchi, che includeva i templi di Giunone Regina e Giove Statore, due biblioteche, greca e latina, e un grande ambiente per pubbliche riunioni, la Curia Octaviae. Il suo interno si configurava come una sorta di museo all'aperto poiché ospitava una grande quantità di opere d'arte tra cui spiccava la turma Alexandri, il complesso statuario di bronzo che raffigurava Alessandro Magno e i suoi cavalieri, opera di Lisippo.

Che cos'era e cos'è
Oggi rimane l'angolo sudorientale ed il grande propileo di accesso, il vestibolo, posto sul lato corto meridionale verso il Circo Flaminio. Si tratta di un ingresso monumentale con prospetto su quattro colonne di ordine corinzio tra pilastri. L'architrave riporta l'epigrafe dedicatoria del 203, il frontone è senza decorazioni. L'angolo orientale del propileo appare scalpellato: costituiva, infatti, a partire dal 1555, uno degli angoli esterni dello spazio del Claustro degli ebrei. I muri laterali erano in laterizio, rivestiti in marmo, provvisti di aperture in corrispondenza delle ali del portico. Queste ultime erano costituite da un colonnato e chiuse verso l'interno da una parete in laterizio. In età tardoantica e medievale gli spazi porticati del monumento vengono utilizzati per la vendita del pesce, caratterizzando questa zona come la Pescheria, il principale mercato cittadino per la vendita del pesce che rimarrà attivo fino alla fine dell'800.

S. Angelo in Pescheria
Nell'ultimo quarto dell'VIII secolo sulle strutture del portico e dei monumenti adiacenti si ricavano gli ambienti della diaconia di S. Angelo in Pescheria che inglobano una delle colonne posteriori e parte del timpano, ancora visibile all'interno della chiesa. A partire dalla fine dell'VIII e fino al XII- XIII secolo il settore prospiciente la chiesa risulta occupato da un'area cimiteriale con decine di sepolture a diversi livelli. Successivamente, in seguito anche a importanti rifacimenti della chiesa della fine del '200, le due colonne frontali orientali della facciata del propileo, probabilmente gravemente lesionate, furono asportate e sostituite con un grande arco in mattoni, affrescato e tutt'ora visibile, che introduceva all'ingresso della chiesa.


(con fonte Askanews)