28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Scontri sul fisco

Renzi promette: «Giù le tasse». Ma la Lega non ci crede

Il deputato Paolo Grimoldi riporta l'ultimo studio dell'associazione Cgia di Mestre: «Deve ancora trovare 15 miliardi di euro, altrimenti alla fine dell'anno ci sarà una nuova stangata sull'Iva»

ROMA«Tanto per cambiare, con la sua consueta newsletter, il premier Renzi ci ripete che le 'tasse vanno giù'. Questione di decimali, ma forse la pressione fiscale scenderà davvero dello 0,5%, dal 43,7% al 43,2%, grazie ad una minima riduzione delle tasse sugli immobili, come spiega l'ufficio studi della Cgia di Mestre». Lo afferma Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Nord. Ma anche stavolta, come spesso accade per le misure del governo Renzi, c'è il trucco: «Peccato che sempre l'ufficio studi della Cgia di Mestre sottolinea come, entro fine anno, il governo dovrà trovare 15 miliardi di euro – aggiunge Grimoldi – in pratica l'equivalente di una manovra economica, per sterilizzare la clausola di salvaguardia inserita nell'ultima legge di Stabilità e scongiurare così una stangata fiscale sull'Iva che rappresenterebbe una mazzata per tutti i cittadini. E come pensa di reperire 15 miliardi di euro il governo? Questo Renzi magari lo spiegherà nella sua prossima newsletter...».

L'analisi dell'associazione di categoria
Nel dettaglio, le tabelle della Cgia di Mestre diffuse oggi riportano che se nel 2015 l’incidenza di imposte, tasse, tributi e contribuiti previdenziali sul Pil si è attestata al 43,7 per cento, per l’anno in corso, invece, dovrebbe scendere al 43,2 per cento. Ma per evitare una nuova stangata, entro la fine di quest’anno il governo Renzi dovrà trovare 15,1 miliardi di euro per «sterilizzare» la clausola di salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità 2015, altrimenti dal 2017 subiremo un forte incremento dell’Iva. «Nel 2016 – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – il fisco ci concederà una tregua. Tuttavia, il carico fiscale rischia di tornare a crescere nelle regioni in disavanzo sanitario che, per sanare i conti, potrebbero essere tentate ad aumentare la tassazione locale. In attesa della riduzione dell’Ires dal 2017 e nella speranza che il governo mantenga la promessa di ridurre l’Irpef dal 2018 per l’anno in corso, le famiglie beneficeranno, in particolar modo, dell’abolizione della Tasi sulla prima casa, mentre le attività produttive potranno usufruire della cancellazione dell’Imu sugli imbullonati e sui terreni agricoli». Tra le misure a sostegno delle imprese introdotte con la legge di Stabilità appena entrata in vigore, spicca il superammortamento al 140 per cento. Grazie a questa misura, le imprese che investiranno in beni strumentali avranno la possibilità di disporre di una riduzione di imposta di 580 milioni. Ma il problema della liquidità alle imprese coinvolge anche un’ altra questione rimasta, nonostante gli annunci del premier Renzi, ancora irrisolta. «Nonostante gli sforzi e le risorse economiche messe a disposizione dagli ultimi tre governi che si sono succeduti – sottolinea il segretario della Cgia Renato Mason – al netto dell’importo ceduto in pro soluto, secondo le stime della Banca d’Italia sono 70 i miliardi di debito che la nostra Pubblica amministrazione deve alle imprese fornitrici. Una cifra imponente che fatica a diminuire, poiché la nostra Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla direttiva europea introdotta nel 2013, che ha imposto alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni».

(da fonte Askanews)