Comunali Roma, Giachetti: Dopo Alemanno e Marino serve strada nuova
Il candidato alle primarie del Pd sottolinea come il problema primario «che abbiamo è che la politica riacquisti credibilità». Troppa delusione a Roma dopo le ultime due giunte
ROMA - A Roma, dopo i cinque anni di amministrazione Alemanno e la «vicenda sofferta» dell'epilogo Marino, «serve una strada nuova»: è l'idea di Roberto Giachetti, deputato Pd, candidato alle primarie per il Campidoglio del centrosinistra.
La delusione dei romani
Sebbene i sondaggi lo abbiamo messo al primo posto, al candidato-sindaco Giachetti «non appassionano», e, intervistato a Radio Radicale, sottolinea che «quando giro per Roma riscontro una grande disaffezione e delusione ma anche la voglia di riprendersi in mano la situazione» e «il problema primario che abbiamo è che la politica riacquisti credibilità, i sondaggi non mi interessano». Quello che è certo per Giachetti è che «cinque anni di Alemanno abbiano dato una botta consistente al ripiego della città su se stessa; poi ci sono stati i tre anni di Marino, sui quali non intendo esprimere giudizi, non l'ho fatto durante e non lo faccio neanche ora, però la conclusione è stata tale che ha obiettivamente creato sofferenza in città», quindi «penso che sia arrivato il momento di indicare una strada nuova».
Scontri, lotte interne e veleni del pd
Ed è «complicatissimo, perché mi rendo conto dello scontento. Poi non sottovalutiamo che se pensiamo al Pd ci portiamo dietro dinamiche di scontri, lotte interne e veleni che hanno trovato con Alemanno un eccesso di consociativismo; si è percepito nell'assenza di un'alternativa alla guida di Alemanno e nel coinvolgimento nella vicenda di mafia capitale. Il tema di mafia capitale - ricorda Giachetti - nasce con la giunta di centrodestra» ma «ci sono responsabilità del centrosinistra». E «la mia decisione di scendere in campo è anche perché io vorrei rappresentare un popolo, che è quello del Pd che con tutta questa roba non c'entra niente ed ha diritto di cittadinanza».
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