Bossi: «Noi diversi dai grillini, leghisti non li voteranno mai»
Il fondatore della Lega Nord al Corriere della Sera: «Salvini non è un estremista. Le Pen è stata premiata dalla strage di Parigi. Trump ama le sparate». Il leader leghista: «Non ricanterei in strada la canzoncina sui napoletani».
ROMA - «Non credo che ci sia qualcuno incerto se votare Lega o Movimento 5 stelle. Tra noi e loro esiste una differenza gigantesca. Noi eravamo, siamo e resteremo autonomisti. Loro sono e restano centralisti. Chi vota Lega lo fa perché ha quello in mente, l'autonomia». Lo afferma Umberto Bossi, fondatore della Lega, in una intervista al Corriere della Sera.
I piccoli imprenditori non voteranno mai a sinistra
Per Bossi, poi, Matteo Renzi non potrà mai conquistare voti leghisti: «Lui non otterrà mai la fiducia degli artigiani, delle piccole imprese. Semmai quella dei grandi, le grosse società che si vedono arrivare soldi e aiuti. Ma i piccoli non daranno mai il voto a sinistra. Perché la sinistra per loro non fa nulla. Il problema è che Renzi è spregiudicato, i voti li sa acchiappare. Poi, se fa il Partito della Nazione, potrà fare un bell'accordo con Marine Le Pen...(ride)». Sulla Le Pen Bossi ribadisce la differenza tra il centralismo del Front National e l'autonomismo della Lega: «Le Pen è stata premiata dalla strage di Parigi, la gente ha fatto due più due: se voto a sinistra, voto per l'immigrazione». Giudizio netto anche su Donald Trump: «Lui è uno a cui piacciono le sparate. Roba elettorale, ma poi ci vuole spessore».
Salvini non è un'estremista
Bossi parla anche del segretario Matteo Salvini: «Non credo affatto che Salvini sia sentito dalla gente come un estremista. La gente del Nord, cuori caldi ma non disumanizzati, ritiene che dica cose giuste. Di noi dicono che aizziamo gli spiriti peggiori, ma la Lega mai ha fatto qualcosa di violento. Dicono che avremmo fatto cose illegali. Ma la gente, anche se ci accusano per motivi politici, sa che noi siamo persone oneste». Per consolidare il buon momento del Carroccio, secondo Bossi, Salvini deve lottare «contro le tasse. Chiedendo che cambino le cose». Per quanto riguarda Berlusconi, dice, «io, l'ultima volta che l'ho visto, alla manifestazione di Bologna, l'ho trovato molto bene. Lì, ha tolto ogni alibi a quelli che volevano non fare l'alleanza».
Infine, sulla scelta del candidato sindaco di Milano, per il fondatore della Lega «prima bisogna fare il programma. Poi, il candidato si trova. Si dice Sallusti? Ma il problema è quello che vuole fare. Essere tutti d'accordo su quello che si vuole fare».
Il leader leghista: Non ricanterei in strada la canzoncina sui napoletani
«C'era la canzoncina da stadio sulla rivalità tra Milan e Napoli, sui napoletani. Quella la canterei allo stadio e non in strada». Lo ha detto il leader della Lega nord Matteo Salvini, replicando a Giovanni Minoli, che in un'intervista su Radio 24 gli ha chiesto se si pente di qualcosa detta o fatta in passato. Il riferimento è ad un video diffuso nel 2009 all'indomani della festa di Pontida, quando l'allora consigliere comunale a Milano e segretario provinciale della Lega nord fu ripreso assieme ai militanti mentre cantava un coro da stadio offensivo nei confronti dei tifosi del Napoli: «Senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani», recitava il ritornello. Dopo la pubblicazione del video su Youtube seguirono polemiche.
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