20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Quintali di coca nascosti dentro frutta in plastica

'Ndrangheta e droga, arresti nel Veneziano

Nel corso delle indagini della Guardia di Finanza, durate alcuni mesi e culminate nell'operazione «Picciotteria», sono state arrestate 9 persone e sono stati sequestrati oltre 400 chili di cocaina.

VENEZIA - In provincia di Venezia scoperto dalla Guardia di Finanza un gruppo criminale di matrice 'ndranghetista con collegamenti in Lombardia ed origine nell'area jonica della provincia di Reggio Calabria, dedita all'importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America ed alla successiva commercializzazione. Nel corso delle indagini, durate alcuni mesi e culminate nell'operazione «Picciotteria», sono state arrestate 9 persone e sono stati sequestrati oltre 400 chili di cocaina.

Le investigazioni sono partite dal monitoraggio di alcuni calabresi residenti in provincia di Venezia, attivi nello smercio di cocaina nel capoluogo lagunare e nel trevigiano. Attraverso un'assidua attività di osservazione e pedinamento è stato possibile evidenziare la figura di A.V., domiciliato a Marcon (Venezia), elemento di spicco dell'organizzazione e legato alla 'ndrangheta di Africo (Reggio Calabria), con numerosi precedenti di polizia, tra l'altro, per tentato omicidio, associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione abusiva di armi. Secondo gli inquirenti A.V., avvalendosi di un'impresa operante in provincia di Venezia, introduceva ingenti quantitativi di cocaina in Italia, importandola direttamente dall'America centrale e meridionale. Lo stupefacente veniva nascosto in container con carichi di copertura costituiti da frutta (come banane e ananas) e, una volta giunto a Venezia, distribuito a gruppi di spacciatori.

Era coinvolto nel narcotraffico anche una banda di origine calabrese stanziata nelle province di Milano e Monza-Brianza che, in collaborazione con A.V., alimentava il mercato lombardo della cocaina, anch'essa prelevata a Venezia, dopo essere arrivata dal Sud America. I finanzieri hanno potuto documentare tre significative importazioni di cocaina con un elevato grado di purezza, per un peso di circa 410 chili. Con la collaborazione dell'Agenzia delle Dogane e di altri reparti della Finanza competenti per territorio è stato possibile procedere ad una "consegna controllata" dei carichi per giungere all'individuazione dei responsabili del traffico illecito.

In questo modo è stato accertato che la cocaina era trasportata dai sodali in magazzini presi in locazione a Marghera e Meolo (Venezia) dove, dopo essere stata separata dalla merce lecita tra la quale era occultata, veniva suddivisa tra i vari componenti dell'organizzazione, per essere poi smerciata sul territorio. Le indagini hanno permesso di rilevare, in una prima fase, l'arrivo di due partite di cocaina del peso rispettivamente di 50 e 240 chili nei mesi di luglio e novembre 2015. Dopo aver individuato la rete di distribuzione dello stupefacente, ieri è scattato il blitz in un magazzino di Meolo, dove sono stati colti in flagranza di reato A.V. ed altri tre componenti dell'organizzazione mentre scaricavano da un furgone 90 casse di falsi tuberi di manioca in materiale plastico, al cui interno erano nascosti panetti di cocaina per un peso complessivo di circa 98 chili, sequestrati.

Contemporaneamente, sono state avviate oltre 20 perquisizioni in Veneto e Lombardia, nei confronti di persone coinvolte, a vario titolo, nel traffico di stupefacenti. Le attività hanno consentito di sequestrare altri 30 chili di cocaina, un chilo di marijuana e un ingente quantitativo di denaro contante e preziosi. Altri 32 chili circa di cocaina erano stati sequestrati il 20 novembre scorso con l'arresto di una persona in provincia di Milano, con la collaborazione dei baschi verdi del capoluogo lombardo. Complessivamente sono state arrestate 9 persone, tra le quali anche due ristoratori di origine albanese che, nel loro locale nel centro storico di Venezia custodivano circa un chilogrammo di cocaina ed altrettanta marijuana, pronta per essere spacciata.

L'attività investigativa è stata condotta dal Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia, sotto la direzione della Dda della Procura di Venezia. Le investigazioni si sono avvalse anche dell'apporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata.