1 settembre 2025
Aggiornato 16:30
Parla l'ex sindaco

Rutelli: Non mi candido, ma voglio dare una mano a Roma

Sabato prossimo ci sarà una giornata di ascolto e di proposta a piazza di Spagna: «Ascolteremo le proposte di manager, imprenditori, comitati di quartiere, anche di politici che ci spiegheranno le loro proposte»

ROMA - «Io faccio e continuerò a fare vita pubblica, ma non vita politica. Non mi candido nè mi candiderò per la guida di Roma. Darò però volentieri una mano alla mia città». Lo ha ribadito Francesco Rutelli intervenendo a un videoforum su RepubblicaTv. L'occasione potrà essere ad esempio, ha spiegato ancora Rutelli, l'iniziative prevista per dopodomani a piazza di Spagna «La Prossima Roma», «una vera e propria giornata di ascolto delle proposte e delle idee dei cittadini, e di proposte a questi ultimi. Dalle 10 di mattina ascolteremo le proposte di manager, imprenditori, comitati di quartiere, anche di politici che ci spiegheranno le loro proposte ma anche come realizzarle. Nessuna riedizione della Leopolda, non ci saranno gruppi di lavoro, tutto si svolgerà in plenaria, ma ci sarà senz'altro la stessa vivacità ».

Sul candidato a sindaco
Sul candidato sindaco della Capitale, Rutelli ha sottolineato che «non ci possono essere uomini o donne sole al comando. Chi si candida per essere credibile dovrà presentarsi e presentare con sè la propria squadra di cento persone con cui intende realizzare il proprio programma, le proprie idee strategiche. Non si può guidare una grande città a suon di tweet, quanto serve è una grande macchian organizzativa». E' per questo motivo, ha spiegato ancora l'ex primo cittadino di Roma, che «non darò alcun sostegno in questa fase a nessun candidato, anche se ospite della manifestazione ci sarà anche Alfio Marchini, come pure Fassina: lo ha annunciato questa mattina, e tanti altri esponenti politici».

La voglia di rigetto
Sul diffuso sentimento di protesta Rutelli ha infine osservato che «c'è molta voglia di rigetto in questa città. Dobbiamo pensare però che ilfrutto di una scelta» e quindi anche quello di una non-scelta di protesta, «durerà 5 anni. Chi viene eletto non deve essere frutto di una ribellione, pur motivata, ma deve essere scelto per la sua capacità di rispondere a questa rabbia motivata».


(con fonte Askanews)