19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Il presidente Ianniello si difende

Mafia Capitale, è di nuovo scontro tra l'avvocato di Carminati e i giudici

Nuovo confronto nell'aula bunker di Rebibbia: per l'avvocato Giosuè Naso bisogna «trovare una ragionevole soluzione sulla durata del processo»

ROMA - «Processetto o processone che sia ci sono altri processetti o processoni che impegnano gli avvocati. La questione è già stata posta ma dobbiamo trovare una ragionevole soluzione sulla durata del processo. I tempi non possono essere quelli tenuti finora. Noi non siamo stati esentati dagli altri processi, e non vogliamo assumere atteggiamenti ostruzionistici. Questo processo lo vogliamo fare ma questi ritmi impediscono la difesa e di portare avanti il lavoro degli studi». Lo ha detto l'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore di Massimo Carminati, nel corso del suo intervento nell'aula bunker di Rebibbia nell'ambito del processo 'Mafia Capitale'.

Il presidente si difende
Il presidente della X sezione, Rosanna Ianniello, ha chiarito che «se per due giorni le difese parlano sulle questioni preliminari noi abbiamo necessità di analizzarle in camera di consiglio. Questo processo è come gli altri processi ma più complicato con 46 imputati». Sull'argomento è intervenuto anche il pm Giuseppe Cascini per «riportare tutti a un clima di serenità - ha detto - senza inserire parole sgradevoli nel dibattito. Occorre fare la lista dei testimoni e allora si potrà fissare un calendario delle udienze».

Diritto difesa non leso
Ieri in serata i giudici, all'esito di una camera di consiglio durata oltre 4 ore, hanno respinto le eccezioni presentate. In particolare, i magistrati hanno rimandato la richiesta, avanzata da molti legali, di acquisire i file delle intercettazioni non comprese nelle due ordinanze di custodia cautelare emesse nei mesi scorsi. A tal proposito, motivando la decisione presa, il presidente Ianniello ha affermato: «Non risulta leso il diritto di difesa, perché un gran numero di intercettazioni (quelle ritenute rilevanti ai fini probatori n.d.r.) sono finite nelle ordinanze di custodie cautelari e perché i legai hanno avuto facoltà di ascolto di tutti i file», compresi quelli esclusi dalle ordinanze.


(con fonte Askanews)