28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Apriremo altri 'hotspot' quando altri paesi parteciperanno di più

Alfano: i ricollocamenti dei rifugiati sono un grande successo per l'Italia

Secondo il Ministro dell'Interno Angelino Alfano, il meccanismo della relocation sta andando a rilento, ma averlo predisposto è comunque un grande successo per l'Italia

BRUXELLES - Il meccanismo della «relocation» - ovvero il ricollocamento negli altri Stati Ue dei richiedenti asilo approdati nei paesi in prima linea sulle rotte dell'immigrazione, Italia e Grecia -, sta andando a rilento, ma averlo predisposto è comunque un grande successo per l'Italia, che da anni chiedeva solidarietà europea nella distribuzione dei rifugiati. Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano al suo arrivo al Consiglio Interni straordinario dell'Ue, oggi a Bruxelles.

Rigore
Alfano ha anche insistito sull'atteggiamento duro dell'Italia per quanto riguarda l'identificazione dei migranti, che l'Ue chiede sia attuata con rigore e sistematicamente, per evitare che i richiedenti asilo transitino dalla Penisola senza essere registrati. Il ministro ha sottolineato che c'è una sorta di parallelismo condizionale fra l'andamento della redistribuzione negli altri paesi e la messa in opera degli «hotspot» (i centri di identificazione e registrazione dei migranti) da parte italiana.

Successo senza precedenti
«I ricollocamenti sono un successo senza precedenti perché per anni si è parlato di equa distribuzione dei migranti e non si era mai verificato quello che invece noi siamo riusciti a raggiungere, e cioè che i migranti presenti nel sistema di accoglienza italiano vengano redistribuiti in altri paesi» dell'Ue, ha detto Alfano. E quanto al fatto che in questa fase iniziale si sta andando a rilento a causa delle scarse disponibilità dei paesi ospiti ad accogliere i rifugiati «ricollocati» da Italia e Grecia, il ministro ha osservato che «non si è partiti a velocità alta perché siamo in una fase di rodaggio».

Meno hotspot di quelli richiesti
Alfano ha poi puntualizzato che i centri di identificazione e registrazione dei migranti in Italia sono meno di quelli richiesti, rivendicando questa circostanza come una scelta del governo per mantenere la pressione sugli altri Stati membri, spesso restii a fare la propria parte nelle «relocation»«A noi avevano detto di aprire sei 'hotspot' e finora ne abbiamo aperto uno solo», perché, ha avvertito il ministro, «noi non concederemo all'Europa nulla in più rispetto a quello che viene concesso a noi». Questo, ha spiegato Alfano, «perché l'agenda Juncker è un negoziato tra i capi di Stato e di governo e tra i ministri dell'Interno di questo nostro continente politico. E se si va avanti velocemente si va avanti velocemente su tutto, non si va a due velocità, cioè poca 'relocation' e tanti 'hotspot'».

Dalla parte giusta
«Noi abbiamo messo l'Italia dalla parte giusta della storia, adesso sta a tutti i paesi fare la loro parte. Chi non la farà, ne risponderà; e io non capisco - ha concluso il ministro - perché le procedure di infrazione Ue si possano fare nell'ambito delle politiche economiche e non su questo versante che mi pare altrettanto importante».

(Con fonte Askanews)