1 dicembre 2024
Aggiornato 18:00
inizia il maxiprocesso

Mafia capitale, le prime dichiarazioni degli imputati durante l'udienza

Presenti in videoconferenza Massimo Carminati e Salvatore Buzzi

ROMA - Fotografi, telecamere, pubblico. C'è un po' di tutto fuori dal tribunale di piazzale Clodio, davanti all'ingresso principale, in occasione della prima udienza del processo "mafia capitale». Oltre alla consueta fila di impiegati che entrano nella cittadella giudiziaria sono anche molte le troupe televisive che si sono date appuntamento qui oggi. La regolazione degli accessi per i giornalisti, sono oltre 70 le testate accreditate, ha portato numerosi ritardi sulla prevista tabella di marcia. In ogni caso in aula non potranno essere usati telefoni cellulari o smartphone. Oltre 300 i giornalisti accreditati, molti anche i reporter stranieri.

Buzzi e Carminati in videoconferenza
I responsabili dell'ordine pubblico hanno chiarito che legali e imputati siederanno nella parte destra del Tribunale mentre il pubblico e i giornalisti staranno dall'altra parte e in fondo. Le prime file sono state riservate per i difensori che sono stati invitati ad essere presenti con pochi sostituti processuali proprio per una gestione degli spazi più facile. Con l'appello degli imputati il presidente della X sezione, Rosanna Ianniello, ha aperto di fatto la prima udienza verso le 9,30. Il primo ad esser chiamato è stato Salvatore Buzzi, in carcere a Tolmezzo e collegato tramite video conferenza. Subito dopo è stata la volta di Massimo Carminati, che è invece detenuto a Parma in regime di 41 bis.

Carminati: Non c'entro nulla con mafia e droga
«Farò parlare Massimo Carminati, stavolta e' intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e credetemi... lo farà sicuramente». L'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore storico dell'ex Nar spiega così l'avvio del processo 'Mafia Capitale'. «Di tutta questa storia a Carminati ha dato particolarmente fastidio il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole 'mafia' e 'droga'. Con la mafia non c'entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate». Rispetto alle sentenze emesse in abbreviato due giorni fa davanti al gup Anna Criscuolo che ha attribuito a un collaboratore di Buzzi l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa, Naso ha parlato «di decisione ampiamente attesa, arrivata in forma assolutamente tempestiva. Noi da un anno stiamo aspettando di comparire davanti al tribunale e, guarda il caso, gli immediati verranno celebrati proprio alla vigilia di questa sentenza gup e dell'arresto di alcuni giorni fa della dirigente Eur Spa, Clelia Logorelli, per corruzione. Questo per far capire il clima... Secondo me c'è una regia facilmente identificabile che vuole tutto questo. In aula lo dirò a chiare lettere».

Odevaine: Ho fatto degli errori ma sono pronto a collaborare
Sono invece pochi gli imputati che sono agli arresti domiciliari e che hanno voluto stamane esser presenti. Tra loro sono stati riconosciuti l'ex delegato del tavolo d'accoglienza dei rifugiati, Luca Odevaine, e l'imprenditore Daniele Pulcini. «Ho fatto degli errori, sto collaborando e comunque ho ammesso le mie responsabilità». Ha detto così, in una pausa del processo 'Mafia Capitale', l'ex componente del tavolo per i rifugiati Luca Odevaine che l'altro giorno ha ottenuto gli arresti domiciliari. Vicino ai suoi difensori ha concesso alcune battute ai cronisti che lo hanno avvicinato. «Rimango dalla parte delle istituzioni», ha detto ancora. «A Roma non c'è un sistema mafioso che gestisce la città. A Roma le cose si trascinano. A Roma la mafia investe in attività legali. Con Carminati non c'entro nulla. Affronto serenamente questo processo dopo un percorso che mi ha portato a collaborare con i magistrati». Nel sistema delle coop, ha aggiunto, «bisogna arrivare a compromessi fiscali perché lo Stato non paga". (Fonte Askanews)