29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Senatore depone nel processo in cui sotto accusa per una polizza

Fondi Pdl, Gasparri a processo per peculato

Il senatore Maurizio Gasparri ha deposto per mezz'ora nel processo in cui è accusato di peculato. «Fu la banca a propormi quell'investimento», si difende

ROMA - «Mi sento come quello che compra una enciclopedia e scopre che deve pagar di più». Il senatore Maurizio Gasparri fuori dall'aula di udienza, dopo una deposizione di circa mezz'ora nel processo in cui è accusato di peculato, si lascia andare ad una battuta prima di venir accompagnato dal legale e dai collaboratori fuori dalla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, a Roma.

600mila euro contesi
Secondo l'impostazione accusatoria Gasparri, da presidente del gruppo Pdl al senato, si sarebbe appropriato di 600 mila euro di fondi destinati al gruppo per acquistare una polizza vita a suo nome. Davanti ai giudici della X sezione spiega: «Quello fu un investimento che mi venne proposto, sollecitato, dalla banca e non si trattava certo di un polizza. Non lo ritenevo e non lo ritengo così».

L'autodifesa
Gasparri in merito alla dinamica dei fatti ha chiarito: «Ricordo che il direttore della filiale della Bnl mi chiese un appuntamento per parlare dei soldi residui che erano presenti sul conto corrente, intestato a mio nome, in cui tra il 2008 e il 2013 confluivano i fondi destinati alla presidenza. Si tratta del 10% del totale dei soldi per il gruppo parlamentare che io dividevo con l'allora presidente vicario Gaetano Quagliariello, il 70% era destinato a me il 30 a lui». Gasparri, rispondendo alle domande del pm Alberto Pioletti, ha aggiunto poi: «La banca, alla luce delle ingenti somme presenti sul quel conto, mi propose come investimento un prodotto finanziario, non una polizza sulla vita infatti non parlammo mai di successioni a fronte di un eventuale mio decesso». La preoccupazione di Gasparri era data dal fatto che «all'epoca avevamo alcuni contenziosi con ex dipendenti e quindi chiesi che l'investimento fosse immediatamente esigibile e a rischio zero perché quei soldi mi sarebbero potuti servire nel momento in cui le cause di lavoro intentate fossero andate male»«Sono lungimirante perché alla fine sono stati pagati per una decina di cause di lavoro oltre un milioni di euro presi da quel fondo». Il parlamentare di centrodestra ha poi spiegato di aver restituito una somma molto di più alta di quanto investito nel fondo finanziario e di aver agito nel pieno rispetto delle norme e all'insegna della massima trasparenza come attestano i bonifici".