Mafia capitale, avvocato di Carminati: Rischio processo senza difesa
Secondo Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, questo rischia di essere un «processo senza difesa per gli imputati». Per l'avvocato di Carminati, infatti, sarebbe grave «negare la presenza fisica degli imputati in aula»
ROMA - «Questo rischia di essere un processo senza difesa per gli imputati»: lo ha dichiarato Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, su Radio Cusano Campus, in vista del processo su mafia capitale che prenderà il via il 5 novembre a Roma. «La mia affermazione - ha sottolineato il legale - è grave, ne sono consapevole, ma è grave anche negare la presenza fisica degli imputati in aula, negandogli un contatto diretto ed immediato con i propri difensori. Questo significa che la difesa non potrà contare sull'apporto diretto del proprio assistito, che attua una difesa di natura sostanziale, perché nessuno più dell'imputato può sapere come stanno le cose».
La videoconferenza
L'avvocato ha infatti spiegato di aver ricevuto «un provvedimento di natura ordinatoria emesso soltanto dal presidente del collegio con il quale ci si informava che il processo avverrà attraverso il sistema delle videoconferenze. Tutti gli imputati non potranno essere in aula ma saranno collegati tramite un sistema di videoregistrazione. Ci è stato inoltre comunicato che il calendario prevede da novembre a luglio 2016 quattro udienze a settimana. Il processo si svolgerà, tranne la prima udienza, nell'aula bunker di Rebibbia».
«Processo banale»
«Davanti ad un provvedimento del genere - ha sottolineato l'avvocato di Carminati - è evidente che si vuole trattare questo processo come se fosse diverso dagli altri e questo è il frutto di una meditata strategia mediatica posta in essere dalla Procura, perché questo processo in realtà è di una banalità sconcertante. Tutti i difensori sono allarmati, se venisse data attuazione a queste disposizioni il diritto di difesa degli imputati sarebbe vanificato e soprattutto trenta quaranta avvocati dovrebbero chiudere lo studio, per occuparsi solo del processo legato a mafia capitale». Per l'avvocato Giosuè Bruno Naso «questa fretta ha una sola spiegazione, quella di evitare la scarcerazione per scadenza termini che matureranno per alcuni a maggio e per altri a novembre. Arrivare alle scarcerazioni per decorrenza dei termini, però, sarà inevitabile».
La «risibile» associazion mafiosa
Il legale attacca anche su altri fronti: «Non si può fare un processo a tappe forzate quando si è perso un anno nella inerzia più totale. Dal trenta maggio ci si è convocati per la prima udienza sei mesi dopo. Questo per una studiata strategia della procura che vuole esasperare la custodia cautelare degli imputati. E' ovvio che una lunga carcerazione, durante la quale non avviene nulla, non si compiono atti istruttori finalizzati a chiarire le cose, è fatta di proposito per far stare le persone in carcere a marcire. Questo - ha aggiunto - è un costo enorme anche per il contribuente. Ci si dimentica la presunzione di non colpevolezza prima di una sentenza passata in giudicato. La custodia cautelare dovrebbe essere una eccezione rispetto alla regola, qui si sono sovvertiti completamente i principi fondamentali della giustizia, contestando questa risibile associazione di stampo mafioso a reati comuni e purtroppo diffusi, quali la corruzione o la turbativa d'asta».
Carminati, una persona «intelligente»
L'avvocato, infine, ha confermato che Carminati stavolta non utilizzerà il diritto di rimanere in silenzio, ma parlerà davanti al giudice: «Io non vedo Carminati da agosto, è a Parma in carcere in regime di 41bis. Ho il privilegio di difendere una persona intelligente, che sa riconoscere al proprio difensore quella competenza professionale che gli ha fatto guadagnare la sua fiducia, quindi farà quel che gli suggeriremo noi difensori a seconda delle esigenze che il processo potrà offrire. Carminati quindi parlerà con il Giudice, tenendo conto ovviamente di quello che produrrà il dibattimento».
(con fonte Askanews)
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