31 luglio 2025
Aggiornato 02:30
«Troppi clandestini». «No, non sappiamo gestirli»

Immigrazione, il M5s continua a contraddirsi

In soli due giorni il blog di Beppe Grillo pubblica due letture diametralmente opposte del problema dei profughi. Ma ora non è più tempo per la vaghezza: il Movimento 5 stelle ci dica chiaramente qual è la sua linea politica

ROMA – Mettiamolo subito in chiaro: accusare Beppe Grillo di essere improvvisamente diventato leghista è solo una furbata. Che fa comodo a chi vuole allontanare dal Movimento 5 stelle un pezzo del suo elettorato, quello tradizionalmente di sinistra. E che fa comodo anche a Matteo Salvini, che in questo modo si può riproporre come unico leader politico italiano a presentare una sua ricetta sull'immigrazione: il che, in fondo in fondo, sarebbe anche vero, a prescindere dalle legittime opinioni discordanti sul merito di questa ricetta. Sempre meglio chi solleva un problema, seppure talvolta urlando sguaiatamente, di chi come Renzi si limita a nasconderlo sotto al tappeto.

Letture contrastanti
I grillini non si sono semplicemente salvinizzati, insomma. Eppure è vero che il controverso intervento di Vittorio Bertola pubblicato dal blog di Grillo segnala un grosso problema interno al Movimento 5 stelle, di cui peraltro eravamo già stati facili profeti qualche giorno fa: la mancanza di una chiara linea politica. Il consigliere comunale torinese, nel suo post, elenca infatti le sue «quattro proposte sull'immigrazione»: giro di vite sui permessi di soggiorno ai profughi, rimpatri forzati più efficienti, limitazione dei ricorsi contro il diniego dell'asilo politico, sorveglianza più stretta. Insomma, più in generale la posizione di Bertola (che Grillo, con la pubblicazione sul proprio sito, autorizza a ritenere da lui condivisa) è quella di bloccare l'ingresso di un numero eccessivo di nuovi profughi nel Paese. Una posizione non proprio leghista, ma certamente non di sinistra. Peccato che, come si sono affrettati a sottolineare anche alcuni deputati dello stesso M5s, «queste non sono le proposte del nostro tavolo per l'immigrazione». Ed è vero, perché basta tornare indietro di soli due giorni nell'archivio del blog per trovare un altro articolo intitolato «I clandestini sono il nuovo oro nero», stavolta a firma di Manlio Di Stefano, l'onorevole grillino più attivo sulle problematiche dei migranti. E ciò che sbalordisce è che la sua lettura del fenomeno è diametralmente opposta a quella del suo collega di partito: «I dati ci dimostrano una realtà differente dove, in percentuale alla capacità d'accoglienza italiana, il numero di richiedenti asilo sarebbe assolutamente gestibile se solo lo si volesse», perché «la stragrande maggioranza degli immigrati transita dall'Italia con l'intenzione di andare in nord Europa». Ma allora, come la pensa il Movimento 5 stelle: i profughi sono davvero troppi o piuttosto è l'Italia che non li sa (o non li vuole) gestire?

Entrare nel merito
Intendiamoci: che all'interno di ogni grande partito esista una dialettica è solo un dato positivo, che dimostra democrazia interna piuttosto che un clima da caserma. Il problema, qui, è semmai che all'interno dello stesso Movimento si vorrebbe far convivere posizioni inconciliabili tra di loro: quelle che la sinistra definirebbe «intolleranti» con quelle che la destra definirebbe «buoniste». Tutto ciò senza che il «capo politico», ovvero lo stesso Beppe Grillo, chiarisca una volta per tutte quale sia la linea ufficiale (magari ricorrendo a un referendum in rete, se lo ritiene necessario). Lo stesso, come abbiamo già detto in precedenza, vale per il tema dell'euro, dove si sono incrociate le idee di Di Maio, secondo cui l'uscita sarebbe meglio evitarla, con quelle dello stesso Grillo, che chiede sia certificata da un plebiscito popolare. Decidere di non schierarsi chiaramente su queste tematiche è stata una precisa scelta elettorale del Movimento 5 stelle, lo ribadisco, che finora ha funzionato molto bene. Mandando messaggi contraddittori un giorno sì e l'altro pure, Grillo è finora riuscito a tenere insieme un elettorato molto variegato, che va da destra fino a sinistra, nel nome dell'onestà, del nuovismo e del rifiuto dei vecchi partiti politici. Ma ora i grillini sono giunti al punto di non ritorno: quello in cui rischiano seriamente di andare a governare questo paese, allo stesso modo in cui lo stanno facendo (spesso molto bene, si veda ad esempio Pomezia) in molte città. Dunque, non c'è più spazio per la vaghezza. Se volete davvero candidarvi credibilmente a guidare l'Italia, ditecelo una volta per tutte: ma voi, da che parte state?