24 aprile 2024
Aggiornato 17:30
A quattro mesi dall'apertura

Ma questa Roma è davvero pronta al Giubileo?

Una politica che si muove a rilento, un trasporto pubblico largamente insufficiente, un aeroporto di Fiumicino che non riesce a risolvere i suoi storici problemi. Come accoglierà la capitale i 25 milioni di pellegrini attesi per l'Anno santo?

ROMA – Tutta presa com'è a schivare i colpi di Mafia capitale, la politica sembra non essersi accorta che a Roma ci sarebbe anche un altro piccolo dettaglio di cui occuparsi: il Giubileo. Che inizia tra soli quattro mesi. Solo ieri, nell'ultimo Consiglio dei ministri prima delle vacanze estive, il governo Renzi ha trovato qualche minuto per discutere l'ordinanza ad hoc. Sarà più rapida la concessione degli appalti (perché non c'è tempo: e speriamo che si vigili perché stavolta nelle maglie più larghe dell'emergenza non ci si infili, come è sempre successo in passato, qualche furbetto) e meno severo il patto di stabilità; in cambio il sindaco Ignazio Marino dovrà mettere mano in prima persona al traffico, alla mobilità e all'ambiente, usufruendo di poteri speciali per tentare di risolvere i tanti problemi. Il Campidoglio, da parte sua, ha preso atto che è ormai troppo tardi per pensare a grandi lavori o a faraoniche infrastrutture: ci si limiterà a rifacimenti e sistemazioni, come quelle alle piste ciclabili e alle aree archeologiche in undici periferie (6 milioni di euro), agli itinerari pedonali tra le basiliche, alla ripavimentazione di piazza Venezia e alla rimozione dei sampietrini in via IV novembre. Ciò che è stato deciso per pura necessità data dall'assenza di tempo potrebbe però rivelarsi in realtà un grande vantaggio: invece dello spreco di denaro per opere immense destinate a diventare cattedrali nel deserto (la storia degli ultimi grandi eventi insegna), si faranno tante piccole manutenzioni capillari sul territorio, che resteranno anche a beneficio della cittadinanza dopo la conclusione dell'Anno santo.

La prova più dura per il sistema turistico
Oltre agli appalti, ai lavori, ai poteri speciali c'è però la questione più grande, che è finora rimasta sullo sfondo. Ovvero: come si prepara il sistema turistico romano ad accogliere i 25 milioni di pellegrini attesi? Per la reputazione internazionale della città, già messa in seria difficoltà dalle recenti denunce di grandi testate come il New York Times e Le Monde, il test del Giubileo rischia di diventare una sorta di ultima spiaggia. E i presupposti, ahinoi, non sembrano essere dei migliori. Basta dare un'occhiata in giro, a come sta funzionando oggi questa Roma d'agosto svuotata di cittadini e riempita di turisti. Il trasporto pubblico, passata la fase più calda dello sciopero bianco, resta fortemente critico: stazioni malfunzionanti, aria condizionata a macchia di leopardo, metropolitane e autobus che passano quando gli va e quindi sono sempre strapieni di passeggeri imbestialiti. E la situazione non migliora certo, anzi, per chi arriva nella capitale tramite l'aeroporto di Fiumicino. I postumi dei due incendi delle scorse settimane al Terminal 3 e alla pineta di Focene, in qualche modo, sono stati riassorbiti, ma rimangono intatti tutti i soliti guai: dai servizi di basso livello all'insufficienza degli investimenti economici. Fino al paradosso della pista principale chiusa per rifacimento proprio d'estate, nel periodo del massimo traffico aereo: una decisione forzata, perché fu costruita su un terreno che sprofonda e quindi la sua costosissima manutenzione va ripetuta a intervalli regolari. Per fortuna, sempre che i tempi vengano rispettati (e trovandosi in Italia questa postilla è d'obbligo), almeno questo cantiere dovrebbe chiudersi a ottobre, ovvero in tempo per l'apertura del Giubileo. Ma tutto il resto? Roma riuscirà a mettere una pezza su tutti i buchi del suo sistema turistico in tempo per evitare la figuraccia mondiale da cui potrebbe non riprendersi più? A questo punto conviene affidarsi direttamente all'artefice dell'Anno santo, Papa Francesco. E sperare che interceda presso chi di dovere per ottenere il sospirato miracolo.