29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
FdI contro la scelta del Viminale di affidare la scorta a Orfini

«Le scorte del Pd pagate dai romani»

Il Ministero dell'Interno ha disposto l'assegnazione della scorta a Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd. Se il partito appoggia la decisione e mostra solidarietà a Orfini, il resto della politica avanza dei dubbi sulla scelta del Viminale

ROMA - «Marino aveva detto che avrebbe rinunciato alla scorta. Ora ce l'ha lui e anche il suo badante. A pagare sempre i romani». Il tweet arriva dalla Presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che, ancora una volta, non perde occasione per attaccare Partito democratico e esponenti romani. E il bersaglio cambia: da Ignazio Marino, bombardato nelle ultime settimane dal leader di FdI-An affinché lasci la poltrona di sindaco di Roma, a Matteo Orfini, presidente del Pd romano e responsabile di partito a Roma.

La misura di protezione al presidente del Pd
La notizia trapela da fonti del partito e Giorgia Meloni si lascia sfuggire il commento sulla spesa «inutile» della scorta al presidente nazionale del Pd. È per motivi di sicurezza che la prefettura di Roma ha disposto l'assegnazione della scorta a Matteo Orfini. Il presidente del Pd, dopo il terremoto dell'operazione Mondo di Mezzo – che ha visto parte delle istituzioni romane coinvolte, oltre a diversi membri del Partito democratico – si sta impegnando in una tanto importante quanto necessaria pulizia interna al Pd romano. La decisione di assegnare la scorta a Orfini è arrivata in seguito alla richiesta avanzata dal Ministero dell'Interno. Non si tratta di una scorta vera e propria: si parla, infatti, di una «misura di protezione».

Il Pd e la solidarietà a Orfini
Ad appoggiare con forza la decisione del Viminale è Emanuela Fiano, responsabile Sicurezza della segreteria nazionale Pd, che, in una nota, esprime forte solidarietà nei confronti del compagno del presidente Orfini. Per Fiano affidare la scorta a Matteo Orfini è un fatto di estrema rilevanza: starebbe infatti a dimostrare, secondo il responsabile Sicurezza Pd, l'«importanza» e l'«efficacia dell’azione che Orfini e il Pd stanno svolgendo nel contrasto dei clan mafiosi ad Ostia». E Fiano ribadisce ancora la volontà e l'impegno del partito tutto nella lotta alla criminalità organizzata nel Paese: «Non intendiamo arretrare di un millimetro». È da tutto il mondo del Pd – soprattutto quello di Roma e Lazio – che arrivano messaggi di solidarietà e sostegno all'azione di Orfini e di un Pd in generale che, alla luce dei fatti incresciosi di Mafia capitale 2, si impegna in prima linea per estromettere dal partito chi ha contribuito agli «intrighi» di Mafia capitale.

Storace: sotto scorta per i «circoli dannosi del Pd»
A dimostrare disappunto per la scelta operata dal Ministero dell'Interno è anche vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra Francesco Storace, che, dando man forte a Giorgia Meloni, in un tweet ironico e provocatorio si rivolge al presidente nazionale del Partito democratico affermando che se è finito sotto scorta, «evidentemente» è per via dei «circoli dannosi, cattivi e pericolosi del Partito democratico di Roma #maniacapitale». Insieme alla destra, arrivano le critiche pungenti e aspre del Movimento 5 Stelle romano. Massimo Baroni twitta «Il modello PD è un buon status symbol pagato con soldi dei cittadini. Salutateci il vostro amico Tassone».