19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Comunali 2015

Venezia si sveglia nel campo del centrodestra

Una svolta imprevista per il capoluogo lagunare storicamente roccaforte della sinistra. Il patron di Umana e Reyers, Luigi Brugnaro, compatta il centrodestra e lo porta alla vittoria col 53,2%, mentre l'ex pm Felice Casson si ferma al 46,79%.

di Antonella Benanzato

VENEZIA (askanews) - Venezia si sveglia nel campo del centrodestra. Una svolta imprevista per il capoluogo lagunare storicamente roccaforte della sinistra. Il patron di Umana e Reyers, Luigi Brugnaro, compatta il centrodestra e lo porta alla vittoria col 53,2%, mentre l'ex pm Felice Casson si ferma al 46,79%.

Luigi Brugnaro, rispetto al primo turno, partiva da un potenziale 47%, frutto della sommatoria tra i voti (28%) della sua coalizione di partenza (Lista personale, Forza Italia, Centristi e due civiche) e quelli provenienti dalle liste, concorrenti e poi apparentate, della Lega Nord e di Francesca Zaccariotto, ex leghista, sostenuta da Fratelli d'Italia e da due civiche. E' stato semplice per il patron di Umana estendere i consensi potenziali dal 47% al risultato effettivo del 53,2%. Felice Casson, in fondo, ha compiuto un recupero più marcato dal 38%, ottenuto al primo turno, al 46,8%, del tutto insufficiente, però, a garantirgli l'agognato accesso allo scranno più alto di Ca' Farsetti.

La differenza fondamentale l'ha fatta l'elettorato del Movimento 5 Stelle, che non ha trovato ragioni per recarsi alle urne al ballottaggio, tradendo quindi le speranze che Felice Casson aveva riposto negli elettori grillini, al 12%, per colmare il divario nei voti potenziali seguito alla politica delle alleanze e degli apparentamenti che Brugnaro è riuscito a tessere con le altre formazioni di centrodestra, per lo più di impronta leghista, che si erano presentate autonomamente al primo turno. La bassa affluenza alle urne pari al 48,9% ha nuovamente penalizzato il centrosinistra, come avvenuto alle regionali di due settimane fa, fenomeno anch'esso inedito, in una situazione generale di indubbia svolta e inedita ridefinizione dei paradigmi classici di interpretazione dei flussi elettorali.

La prima volta del centrodestra, quindi
Venezia, che 10 anni fa giocò addirittura il ballottaggio tra due raggruppamenti di centrosinistra, non aveva mai visto trionfare finora il centrodestra in nessuna delle competizioni dei decenni passati. Tra le vittime illustri, nel 2010, anche l'ex ministro ed ora capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, battuto dall'ex sindaco Giorgio Orsoni, poi dimessosi per lo scandalo Mose, che tuttavia colpì pure alti esponenti del centrodestra. Anche in tempi lontani, la città lagunare è sempre stata orientata in senso progressista. Venezia fu tra i primi comuni a sperimentare la formula del centrosinistra storico, all'alba degli anni '60, anticipatrice della formula portata tre anni dopo al governo da Moro e Nenni.

Negli anni '70 si rafforzò l'insediamento di sinistra, sulla scia delle lotte sindacali legate alla chimica di Porto Marghera e della tradizione operaia di Mestre. Nel '75 si formò una giunta di sinistra Pci-Psi, guidata dal socialista Mario Rigo. Nel corso degli anni '80 Venezia fu ancora retta da sindaci di area Psi, all'ombra della potente figura del "Doge" Gianni De Michelis. I sindaci Rigo e Laroni (Psi), quest'ultimo a capo di una giunta di pentapartito. L'ultimo esponente di area centrista e moderata fu il democristiano Ugo Bergamo, sindaco nei primi anni '90, espresso dalla Democrazia Cristiana, ma comunque a capo di una giunta di pentapartito, assimilabile ad una coalizione di centrosinistra moderato. Quella incarnata da Brugnaro è, quindi, una vistosa novità, non prevedibile fino a qualche settimana or sono.

La seconda volta di Casson
Sconfitta doppiamente amara per Felice Casson, che già nelle elezioni comunali del 2005, dieci anni fa esatti, partendo anche quella volta da favorito, giunse ad una cocente sconfitta al ballottaggio, dopo aver conseguito al primo turno una percentuale pressoché identica a quella di due settimane fa: il 37,7%. Quella volta il caso fu ancora più eclatante poiché Casson si ritrovò a duellare nel ballottaggio non tanto col candidato del centrodestra, Cesare Campa, quanto, a sorpresa, con Massimo Cacciari sostenuto dalla lista della Margherita. Casson aveva il sostegno dei Ds e di altre liste minori di sinistra. Clamorosa tenzone in area centrosinistra, nella quale prevalse il sindaco filosofo, che pure partiva da un modesto 23,2% ottenuto al primo turno.

Dieci anni dopo Venezia si è rivelata nuovamente terra ingrata nei confronti dell'ex pm originario di Chioggia, che si batté in storici processi a difesa della salute pubblica.