28 agosto 2025
Aggiornato 18:30
Il ministro dell'Istruzione sulla Buona Scuola

Giannini: riforma rivoluzionaria perciò scatena reazioni

Oggi nell'incontro a Palazzo Chigi con le associazioni studentesche «si è parlato molto di quello che cambierà ora per gli studenti», perché il ddl scuola del governo «è una rivisitazione del modello educativo, una scuola che si apre e progetta», ha spiegato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini.

ROMA (askanews) - Oggi nell'incontro a Palazzo Chigi con le associazioni studentesche «si è parlato molto di quello che cambierà ora per gli studenti», perché il ddl scuola del governo «è una rivisitazione del modello educativo, una scuola che si apre e progetta», ha spiegato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. 

Per governo tema scuola «è importante e sensibile»
Ed «è per questo che il governo si sta dedicando ad essa», ha spiegato il ministro dell'Istruzione, sottolineando che la riforma «è una rivoluzione e come tutte le rivoluzioni scatena delle reazioni». Giannini ha spiegato che anche se restano «posizioni diverse», specie rispetto ai sindacati, i segnali di questa reazione erano già stati colti durante il periodo di consultazioni; anche se il ministro fa un distinguo tra la protesta degli insegnanti e quella degli studenti: questi ultimi durante l'incontro hanno insistito molto sul diritto allo studio, e - ha notato il ministro - anche se sono scesi in piazza con gli insegnanti, non hanno portato al tavolo alcuna richiesta della piattaforma sindacale. Resta il fatto che per il governo Renzi il tema scuola «è importante e sensibile», e «il governo lo ha affrontato come 'il tema', ora si tratta di affrontare il merito delle questioni».

La cultura della valutazione
Il ministro dell' Istruzione Stefania Giannini, dopo l'incontro a Palazzo Chigi con le associazioni degli studenti sull ddl di riforma della scuola, è tornata su uno dei punti dolenti per i sindacati della «Buona scuola», la valutazione degli insegnanti da parte dei presidi, e ha sottolineato: «Il nostro Paese deve acquisire una cultura della valutazione, che non riguarda solo la scuola ma la società in generale». «L'università - ha ricordato il ministro - ha già avviato questo processo, abbiamo introdotto la premialità, la scuola deve iniziare ma con convinzione, perché la valutazione non significa fare classifiche, né stabilire chi vince ma significa fare una diagnostica per migliorare».