26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
L'ex ministro del lavoro prende le distanze dalla sentenza della Consulta

Fornero: «Chiedo scusa agli esodati»

La sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco dell'indicizzazione delle pensioni non piace all'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Una sentenza "difficilmente comprensibile", ha detto partecipando a 'In mezz'ora' su Raitre e contestando di fatto alla Consulta una mancanza di attenzione verso i giovani.

Roma (askanews) - La sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco dell'indicizzazione delle pensioni non piace all'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Una sentenza "difficilmente comprensibile", ha detto partecipando a 'In mezz'ora' su Raitre e contestando di fatto alla Consulta una mancanza di attenzione verso i giovani e uno scarso senso di giustizia verso quei lavoratori anziani a cui venne chiesto di rimanere al lavoro 5-6 anni in più.

Fornero: Chiedo scusa ai lavoratori esodati
La sentenza, ha spiegato, «rimette di nuovo al centro i cosiddetti diritti acquisiti, tema da discutere con molta pacatezza e serietà. Si parla di diritti di persone già in pensione e bisogna domandarsi chi paga il conto». E se il conto lo pagano «sempre i giovani allora - ha detto Fornero - la considerazione amara è che non abbiamo nella nostra Costituzione una protezione delle generazioni future». A questo punto, ha continuato Fornero, ai lavoratori «esodati chiediamo scusa, a quelli che si sono trovati senza lavoro e senza pensione, che non sono tutti quelli usciti dal mondo del lavoro, a chi si è trovato in serie difficoltà sì, chiediamo scusa». Se questa sentenza della Corte costituzionale, ha aggiunto, «è da interpretarsi come espressione di un senso di giustizia, mi chiedo se sia stato giusto avere chiesto ai lavoratori anziani di lavorare 5-6 anni in più, se fosse così dovrei chiedere scusa».

Chi ha portato la Consulta al suo pronunciamento sono stati i percettori di pensioni alte, i manger - «Quello che mi fa dispiacere - ha sottolineato Fornero - è che chi ha portato la Consulta al suo pronunciamento sono stati i percettori di pensioni alte, le categorie di manager». Ma «non possiamo dire che è un diritto acquisito la salvaguardia del potere di acquisto di pensioni da 5.000 euro. Dobbiamo domandarci chi paga». Insomma una sentenza che «presenta dei rischi» e non è un caso che sia emerso come la sentenza non sia stata unanime. «C'è qualcosa nella società italiana - ha detto - che è profondamente sbagliato. C'è una contrapposizione troppo forte. La riforma delle pensioni è stata fatta essenzialmente per ribilanciare i rapporti tra generazioni. Questo è il messaggio forte che è ancora valido ora. Il governo di cui ho fatto parte in questo senso non ha fallito». Anche perché, ha continuato Fornero, la riforma delle pensioni «era la principale richiesta che la Bce aveva fatto nell'estate per acquistare titoli del debito pubblico e aiutare l'Italia. Quei venti giorni furono durissimi, bisognava dare una risposta immediata, questa è anche la ragione per cui quella sentenza dal mio punto di vista è difficilmente comprensibile, lo dico col massimo rispetto». Per Fornero «non è stata bocciata la riforma. Il taglio dell'indicizzazione non faceva parte della riforma. La riforma non poteva dare risparmi nell'immediato. Il taglio dell'indicizzazione fu una richiesta del Tesoro per avere risparmi immediati».