Blitz Polizia: sgominata organizzazione attiva nel traffico di immigrati
L'attività investigativa della Polizia, nell'ambito del blitz anti-terrorismo di questa mattina, ha permesso di riscontrare come l'organizzazione avrebbe provveduto «ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell'introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani».
ROMA (askanews) - L'attività investigativa della Polizia, nell'ambito del blitz anti-terrorismo di questa mattina, ha permesso di riscontrare come l'organizzazione avrebbe provveduto «ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell'introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa».
Come eludere la normativa
Secondo la Polizia, per eludere la normativa che disciplina l'ingresso o la permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati. In alcuni casi «facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso». In altri casi percorrevano «la via dell'asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose».
Finanziamento dei clandestini
L'organizzazione avrebbe anche fornito supporto logistico e finanziario ai clandestini, assicurando loro: patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l'asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali. L'attività investigativa della Polizia ha permesso di riscontrare che l'organizzazione criminale aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia.
Tutto nelle mani del dirigente del movimento pietistico
L'attività investigativa della Digos coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo (Sca) della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha riscontrato come il ruolo principale era svolto da un dirigente del movimento pietistico Tabligh Eddawa (Società della Propaganda), il quale, forte della sua autorità religiosa di Imam, e formatore coranico, operante tra Brescia e Bergamo, stimolava la raccolta di fondi, presso le comunità pakistano- afghane, radicate nel territorio italiano. I fondi venivano inviati in Pakistan mediante membri dell'organizzazione che aggiravano i sistemi di controllo sull'esportazione doganale di denaro.
Come trasferire il denaro
In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Roma Fiumicino, omettendo di farne dichiarazione di possesso alle autorità doganali. Più di frequente però era utilizzato il sistema cosiddetto «hawala». Si tratta di un meccanismo di trasferimento valutario e occulto, basato sul legame fiduciario diffuso nelle comunità islamiche europee. Tale sistema consente di trasferire una somma di denaro all'estero consegnandola ad un terminale presente nello Stato estero, detto "hawaladar", che fornisce un codice identificativo segreto. I beneficiari della rimessa, tramite tale codice, possono prelevare la somma presso l'"hawaladar" della sede di destinazione.