28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Taranto | Processo d'appello

Delitto Scazzi, parla zia Cosima

Si tratta di dichiarazioni spontanee che per la prima volta Cosima Serrano rende davanti ai giudici, mentre per tutto il processo di primo grado ha mantenuto il silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere.

TARANTO - Al processo d'appello per l'omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne strangolata ad Avetrana il 26 agosto del 2010, per la prima volta dal suo arresto, a maggio 2011, parlerà Cosima Serrano, zia della vittima, condannata in primo grado all'ergastolo per omicidio e sequestro di persona insieme alla figlia Sabrina Misseri. Si tratta di dichiarazioni spontanee che per la prima volta Cosima Serrano rende davanti ai giudici, mentre per tutto il processo di primo grado ha mantenuto il silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. Poco prima dell'inizio dell'udienza, parlando con alcuni giornalisti, uno dei difensori di Sabrina Misseri, l'avvocato Nicola Marseglia, ha dichiarato che probabilmente anche la sua assistita farà dichiarazioni spontanee in aula.

Questa mattina il perito della corte d'assise d'appello Francesco Abbinante consegna la trascrizione di 4 telefonate intercettate dagli investigatori e sfuggite al processo di primo grado, 3 delle quali riguardano telefonate di Sabrina Misseri.

In una, intercettata nella notte fra il 6 ed il 7 ottobre 2010, Sabrina parla con l'avvocato Walter Biscotti proprio mentre si diffondeva la notizia che gli investigatori erano alla ricerca del corpo di Sarah e che Michele Misseri aveva confessato. Nella seconda telefonata, registrata tre ore dopo, Sabrina parla col padre che ha appena rivelato ai carabinieri il luogo dove ha nascosto il corpo della nipote, accusandosi del delitto.

«Però papà perché lo hai fatto? Io non me lo so spiegare! Tu non hai fatto mai niente di male, perché quel momento? Che ti è successo?». «Non lo so!», risponde lui, «Poi parliamo!» replica la figlia. Nella terza telefonata, infine, alle 11 del mattino del 7 ottobre, quando ormai è assodato che Michele Misseri ha confessato, proclamandosi responsabile del delitto e facendo ritrovare il corpo, Sabrina chiama lo zio Carmine, fratello del padre, e lo convoca a casa chiedendogli di portare con sé l'agenda delle giornate di lavoro in campagna, senza fare alcun riferimento all'arresto del padre.