29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Brusca ritirata dell'atteso testimonial dell'Esposizione

Quest'Expo 2015 proprio non s'ha da fare...

Ennesima batosta per Expo: questa volta, il rapper Frankie Hi-Nrg, atteso testimonial della manifestazione, dà forfait, perché - spiega - la manifestazione non lo rappresenta. Troppi scandali, poco dibattito, e, soprattutto, pochissimi posti di lavoro rispetto alle promesse. E una marea di giovani costretti a lavorare gratis solo per «farsi un'esperienza». Che, però, ha più di un nervo scoperto.

MILANO - Un'Expo decisamente sfortunata. Tra scandali, tangenti e polemiche, l'edizione italiana dell'Esposizione Universale non è nata sotto una buona stella. Oltre e al di là degli episodi di corruzione e delle infiltrazioni criminali - sconcertanti, sì, ma anche prevedibilissimi in un Paese come l'Italia -, si è parlato di loghi poco furbamente copiati e di convegni in odore di omofobia. In questi giorni, il «fiore all'occhiello»: la plateale ritirata di uno dei testimonial più ammirati e attesi, Frankie Hi-Nrg.

IL RAPPER: È INDEGNO CHE TANTI RAGAZZI LAVORINO GRATIS PER EXPO - Il rapper ha annunciato la sua decisione in un lungo post sul proprio profilo facebook, in cui ne spiegava le motivazioni. Motivazioni che, per Expo, non sono di certo motivi di vanto: tutt'altro, anzi, perchè rischiano di costituire un gravissimo danno di immagine per la tanto attesa e sponsorizzata manifestazione. «Ho sbagliato e chiedo scusa», ha scritto il rapper, all'anagrafe Francesco Di Gesù. «La direzione che ha preso Expo è diversa da quella che (ingenuamente) avrei sperato, con reali tavoli di dibattito e non solo stand ultracostosi. Il fatto che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente (ricevendo in cambio il privilegio di aver fatto un'esperienza...) a fronte del muro di miliardi che l'operazione genera è una cosa indegna per un Paese che parla di impulso alla crescita», attacca il rapper. Che dimostra di avere le idee chiare: «non voglio sostenere un'iniziativa che non mi rappresenta minimamente. Sapevo che ci sarebbero state le multinazionali, ma che ci sarebbe stato spazio anche per la via campesinha, e ho pensato che in un luogo di così alta densità di attenzione sul tema del cibo, con tutte le orecchie del mondo a disposizione, sarebbe stato utile rendere eloquente anche quella presenza. Ma non sono Vandana Shiva e forse delle porcherie di Expo in Italia ora ne so più io di lei».

LE 70.000 ASSUNZIONI PROMESSE SI SONO RIDOTTE A 4.185 -  Ecco il punto. Expo 2015 è, per il musicista, una fucina di criminalità e ingiustizie sociali, e non la manifestazione che si sperava avrebbe segnato il riscatto del nostro Paese. «Gli appalti abbiamo visto a chi sono stati (anche) assegnati e con quali modalità. ‘Ndrangheta e compari già saltan fuori adesso, figuriamoci tra un po'», ha scritto Frankie Hi-Nrg. D'altronde, la speranza che molti nutrivano in Expo soprattutto in termini di occupazione è stata evidentemente e drammaticamente disattesa. Infatti, tra le 800 assunzioni promesse per la gestione del sito e le 5.000 di Manpower per l’assistenza nei padiglioni, secondo la Provincia, a fine ottobre le reali assunzioni per l’Expo hanno raggiunto quota 4.185 posti. Se nel 2012 venivano annunciate 70.000 nuove opportunità, diventate prima 20.000 e poi 9.000 nelle previsioni dei sindacati, oggi, a pochi mesi dall’evento, quelle cifre appaiono davvero troppo ottimistiche. 

TUTTE LE CIFRE, TUTTI I BUCHI - Ma gli infausti numeri di Expo non finiscono qui: in dubbio, anche i 60 milioni della Camera di Commercio. Chi li ha visti o li vedrà? Probabilmente nessuno, così come non verranno incassati i 60 milioni dovuti dalla Provincia di Milano, che il governo ha promesso di erogare. Ma quando? Come se non bastasse, il buco si allarga dal momento che Maroni ha dichiarato che, se Roma non manterrà i suoi impegni economici, la Regione Lombardia non metterà sul piatto i 18 milioni che le spettano. Altro nodo: una volta terminato l’Expo, che cosa ne sarà delle aree, un milione di metri quadri, tra Milano e Rho? Nessuno ha risposto all’appello del bando per la vendita dell’area: nessun privato è disposto a mettere sul piatto 315 milioni di euro per un’operazione immobiliare, che, in questo periodo, è un salto nel buio. Come saranno riempite allora le casse pubbliche, a fronte di un buco di 150 milioni di investimenti per comprare i terreni e dotarli di infrastrutture? Come se non bastasse, da considerare anche i servizi da mettere in campo durante la manifestazione. I visitatori attesi all’Expo, infatti, sono circa 20 milioni. Ciò significa garantire dalla pulizia alla sicurezza, dall’assistenza ai disabili ai trasporti. E’ proprio quest'ultimo fronte a destare maggiori preoccupazioni, soprattutto dopo il rinvio della M4, la linea blu della metropolitana, il cui progetto era nato nel 2007 proprio per l’Expo con l’intento di collegare Linate con il centro e con la stazione di San Cristoforo, tagliando Milano da ovest a est e attraversando piazza San Babila. A ciò si aggiunge un sostanziale problema di fondi: il Comune di Milano ha chiesto 114 milioni al governo, che è disposto però a concederne solo 50-60. Considerando poi che, a causa dei tagli, i fondi per il trasporto pubblico lombardo saranno decurtati di 50 milioni dalla Regione, la questione della viabilità è un rischio da non sottovalutare.

PATTEGGIAMENTO PER LA CUPOLA DELLA NUOVA TANGENTOPOLI - Una buona notizia sono i biglietti venduti: 7,2 milioni, ovvero 1/3 dell’obiettivo finale. Eppure, le altre cifre ricordate sono tutt'altro che di buon augurio. D'altronde, dopo la notizia del patteggiamento ottenuto dalla cupola bipartisan che si spartiva gli appalti di Expo - vicenda che aveva spinto Gherardo Colombo a parlare di «nuova tangentopoli» -, pochi, ancora, nutrono una qualche speranza nella Grande Esposizione Milanese. Così, dopo l'ennesima «batosta", infertale questa volta dal rapper che, un po' in ritardo, decide di non voler prestare il suo nome a una tale fucina di disgrazie, è quasi lecito scomodare il grande Manzoni: quest'Expo, proprio, non s'ha da fare...