2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Primarie Centrodestra

Tosi, Fitto e Meloni leader «alternativi», asse sulle primarie

Di questi tempi, visti i problemi che attraversa il centrodestra, non è poco: Raffaele Fitto, Giorgia Meloni e Flavio Tosi si sono ritrovati oggi a Roma per discutere delle prospettive della coalizione in un incontro organizzato da «Farefuturo» di Adolfo Urso.

ROMA - In comune hanno due cose: una forte criticità verso il patto del Nazareno (o almeno sui suoi effetti) e il sostegno alle primarie. Di questi tempi, visti i problemi che attraversa il centrodestra, non è poco: Raffaele Fitto, Giorgia Meloni e Flavio Tosi si sono ritrovati oggi a Roma per discutere delle prospettive della coalizione in un incontro organizzato da «Farefuturo» di Adolfo Urso.

Per la verità i tre condividono anche altro: sono in un certo senso dei «leader alternativi», che cercano di emergere all'interno del frammentato quadro politico del centrodestra. Tosi non nasconde di avere ambizioni da premier nonostante l'ascesa di Matteo Salvini, Fitto da tempo è diventato la spina nel fianco di Silvio Berlusconi mentre Giorgia Meloni è una delle poche donne a capo di un partito.

Per tutti, quella delle primarie è una battaglia condotta da tempo e l'unica via per riportare in vita lo schieramento. Ma - a ben vedere - è anche una chance. Per Raffaele Fitto, d'altra parte, la questione del metodo con cui selezionare la classe dirigente ha fatto da detonatore alle scintille con Silvio Berlusconi, come accadde in quell'Ufficio di presidenza in cui i due arrivarono a parlarsi aspramente viso contro viso. E gli scontri, a volte più evidenti altre più sotterranei, continuano. L'eurodeputato pugliese, infatti, non ha perso oggi l'occasione di sottolineare il fatto di non essere stato invitato alla manifestazione di Forza Italia a Roccaraso in cui sono presenti tutti i big azzurri.

«Il mio partito - dice - non invitandomi commette un grosso errore, nessuno, escludendomi da una iniziativa, pensi di non ascoltare ciò che penso e ciò che pensano in tanti nel partito e nel centrodestra». E quello che pensa Fitto è che, oltre a una battaglia di contenuti soprattutto contro le scelte di politica economica del governo, occorra adottare il metodo delle primarie «le uniche che possono legittimare una classe dirigente in grado di esprimere concretamente una voglia di rivincita». Quanto Berlusconi sia allergico a questo strumento è noto e lo sa bene anche Angelino Alfano che in passato ci provò ma fu poi costretto a una clamorosa ritirata. Ed è forse anche per rispondere all'ennessima frecciata di Fitto che il Cavaliere ha anticipato a oggi il suo intervento alla manifestazione azzurra in Abruzzo.

Ma anche Flavio Tosi ha il suo fronte interno. In passato il sindaco di Verona aveva svelato l'esistenza di un patto «del Pirellone» che prevedeva per Maroni la guida della Lombardia, per Salvini quella della Lega e per se stesso la candidatura a premier. L'ascesa dell'attuale segretario ha però cambiato le carte in tavola. Tosi non ne fa cenno nel dibattito odierno ma quando parla dell'esito delle elezioni regionali, pur sottolineando il risultato della Lega, definisce il voto in Emilia Romagna come la peggior disfatta del centrodestra. Per sconfiggere Renzi - spiega - si deve «rimettere assieme» la coalizione e questo lo fai solo con le primarie, «se aspettiamo che salti il patto del Nazareno per farle rischiamo di consegnare il Paese all'egemonia di Renzi».

Anche per Giorgia Meloni la strada da percorrere è quella delle primarie. «Credo - spiega - che se noi pensiamo davvero, tra persone che hanno preso strade diverse, di pretendere di rimettersi attorno a un tavolo e calare un accordo dall'alto senza parlare di contenuti, questo equivarrebbe a non voler mai vincere».