Dal Papa un bollino di onestà su Roma olimpica
La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 vede affacciarsi la possibilità di un sito olimpico d'eccezione: Piazza San Pietro. Il Vaticano, infatti, potrebbe farsi protagonista della manifestazione sportiva «prestando» la piazza per antonomasia del cattolicesimo alla disciplina del tiro con l'arco: «Il Vaticano potrebbe vigilare sulla corruzione», commenta don Tonio Dell'Olio.
ROMA – La candidatura di Roma come città ospite dei Giochi olimpici 2024 vede affacciarsi la possibilità di un sito olimpico d'eccezione: Piazza San Pietro. Il Vaticano, infatti, potrebbe farsi protagonista della manifestazione sportiva 'prestando' la piazza per antonomasia del cattolicesimo alla disciplina del tiro con l'arco. A commentare la notizia, su DiariodelWeb.it, è don Tonio Dell'Olio, responsabile del settore Internazionale di Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie.
Lanciata la candidatura di Roma, spunta la proposta di un sito olimpico d'eccezione: Piazza San Pietro. Che ne pensa della possibilità che il Vaticano scenda in campo?
Si tratta innanzitutto dell'offerta di collaborazione del Vaticano. All'interno della situazione che stiamo vivendo, caratterizzata appunto dal clima di corruzione del sistema mafie, il fatto che anche un papa che s'è sempre distinto, da prima che fosse Papa, nella lotta contro la corruzione, diventi in qualche modo una garanzia. Non significa che il sito di San Pietro garantisca questo, ma entrare nel sistema della gestione delle opere che si intendono fare potrebbe essere utile.
In che senso potrebbe essere utile?
Nel senso di vigilare sulla corruzione. Penso per esempio alla possibilità che piazza san pietro o altro sito del Vaticano possa essere messo a disposizione delle Olimpiadi in maniera assolutamente gratuita. Il che significa che non verrebbero viste le Olimpiadi come occasione sulla quale lucrare, quanto invece alla quale contribuire, per creare anche una cultura dello sport che vada molto al di là degli interessi che sono in ballo.
I giochi olimpici, nell'ultima edizione, quella di Pechino 2008, hanno dimostrato di essere tutt'altro che attenta alla difesa dei diritti umani.
Io penso che non ci sia stata manifestazione sportiva mondiale – quindi parlo anche dei Mondiali di calcio eccetera – negli ultimi anni che non sia stata caratterizzata da una lesione dei diritti umani, da un allargamento della corruzione, da una serie di vicende che con lo spirito dello sport, almeno quello originario, c'entrano assolutamente poco. Allora sarebbe molto utile che, anche già in fase di presentazione della propria candidatura, il comune di Roma, o in questo caso il governo che avanza la candidatura, offrisse già una prima garanzia con un comitato di vigilanza composto da persone al di sopra di ogni sospetto e offrisse anche garanzie di meccanismi di vigilanza. Io sono convinto che con la sensibilità che oggi spero sia molto attenta sul tema della corruzione e dei diritti umani – che sono due facce della stessa medaglia – io spero che questo deponga perfino a favore della candidatura italiana. O i giochi olimpici tornano allo spirito originario oppure davvero lo sport non ha più senso.
- 23/10/2022 «Dove c'è troppo io, c'è poco Dio»
- 26/08/2022 Papa Francesco: «C'è un inverno demografico europeo. Gli animali preferiti ai bambini»
- 25/08/2022 Papa Francesco: «Il mondo ha bisogno di leader capaci e cittadini responsabili»
- 22/07/2022 Sinodo tedesco, arriva l'alt della Santa Sede: «Non può assumere decisioni dottrinali»