29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Duro monito del Pontefice ai parroci

«Smettetela di farvi pagare i battesimi»

Il Pontefice condanna l'uso di dispensare sacramenti a pagamento, utilizzando l'inequivocabile termine di «scandalo». E rimarca: chi è nel tempio, non deve essere affarista. Ma Bagnasco puntualizza: «I sacramenti sono gratuiti»

ROMA - Papa Francesco è partito dall'episodio evangelico di Gesù che caccia i mercanti dal tempio di Gerusalemme, nell'omelia della messa mattutina a Casa Santa Marta, per denunciare gli «scandali» che possono accadere ancora oggi nelle chiese. «Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: lo scandalo del commercio, lo scandalo delle mondanità...», ha detto Jorge Mario Bergoglio a quanto riferito da Radio vaticana. «Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c'è lì la lista dei prezzi» per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la messa. «E il popolo si scandalizza»«Una volta - ha poi proseguito il Papa argentino raccontando un aneddoto del suo passato - appena sacerdote, io ero con un gruppo di universitari, e voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una parrocchia: ma, volevano farlo con la Messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: 'No, no: non si puo" - 'Ma perché non si può con la Messa? Se il Concilio raccomanda di farlo sempre con la Messa ?' - 'No, non si può, perché più di 20 minuti non si puo" - 'Ma perché?' - 'Perché ci sono altri turni' - 'Ma, noi vogliamo la Messa!' - 'Ma pagate due turni!'. E per sposarsi con la Messa hanno dovuto pagare due turni. Questo è peccato di scandalo».

FUORI GLI AFFARISTI DAL TEMPIO - «Quando quelli che sono nel tempio - siano sacerdoti, laici, segretari, ma che hanno da gestire nel Tempio la pastorale del tempio - divengono affaristi, il popolo si scandalizza». Così Papa Francesco nell'omelia della messa mattutina a casa Santa Marta a commento del Vangelo odierno su Gesù che caccia i mercanti dal tempio di Gerusalemme. «Noi siamo responsabili di questo», ha proseguito Bergoglio a quanto riferito dalla Radio vaticana. «Anche i laici, eh? Tutti. Perché se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco. E la gente soffre quello scandalo. E' curioso: il popolo di Dio sa perdonare i suoi preti, quando hanno una debolezza, scivolano su un peccato... sa perdonare. Ma ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari, come quel matrimonio: si affittava la chiesa». Gesù "non è arrabbiato" - spiega il Papa - "è l'Ira di Dio, è lo zelo per la Casa di Dio" perché non si possono servire due padroni: "o rendi il culto a Dio vivente, o rendi il culto ai soldi, al denaro".

LA SALVEZZA DEVE ESSERE GRATUITA - «Perché Gesù ce l'ha con i soldi, ce l'ha con il denaro? Perché la redenzione è gratuita», ha detto il Papa. «Quando la Chiesa o le chiese diventano affariste, si dice che... eh, non è tanto gratuita, la salvezza...», ha detto il Papa a Radio vaticana. «E' per questo che Gesù prende la frusta in mano per fare questo rito di purificazione nel Tempio. Oggi la liturgia celebra la presentazione della Madonna al Tempio: da ragazzina... Una donna semplice, come Anna, in quel momento, entra la Madonna. Che lei insegni a tutti noi, a tutti i parroci, a tutti quelli che hanno responsabilità pastorali, a mantenere pulito il Tempio, a ricevere con amore quelli che vengono, come se ognuno di loro fosse la Madonna».

BAGNASCO: I SACRAMENTI SONO GRATUITI - «I sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa». Lo ha affermato oggi pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, commentando le parole di oggi di Papa Francesco sulla vicenda dei sacramenti. A margine dell’inaugurazione di una casa di ospitalità gestita dall’Unitalsi per accogliere bambini in cura presso l’ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova, Bagnasco ha osservato: «I nostri parroci, di fronte a situazioni di impossibilità di avere un’offerta sicuramente non rifiutano di dare nessun sacramento»​. «Si può camminare sempre meglio - ha proseguito il cardinale - per fare capire a tutti quanti che non c’è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale». Poco dopo arriva la precisazione del portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Domenico Pompili, per scongiurare le voci di scontro tra il Papa e il cardinale: «Le parole del cardinal Bagnasco intendono ribadire la persuasione espressa stamane dal Papa a Santa Marta circa il fatto che non si fa commercio delle cose sacre. I parroci sanno bene che eventuali offerte possono essere accolte per la carità, ma mai pretese visto che dei sacramenti non si fa merce di scambio», aggiunge. «In antico si chiamava «simonia», ma anche oggi occorre ribadire - come ha ricordato con forza Francesco -: «O rendi il culto al Dio vivente, o rendi il culto al denaro»», conclude Pompili, secondo cui «qualsiasi lettura che contrappone le parole del Presidente della Cei al Papa è fuorviante».