18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Per il WWF potrebbe saltare il «disastro ambientale»

In Commissione a rischio il processo Eternit

La richiesta del procuratore generale, fatta davanti alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza di appello del processo Eternit per prescrizione, per il Wwf «è un pericolosissimo cavallo di Troia, che rischia di inficiare tutti i prossimi processi che si faranno in Italia per disastro ambientale».

ROMA - La richiesta del procuratore generale fatta davanti alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza di appello del processo Eternit per prescrizione per il WWF  «è un pericolosissimo cavallo di Troia, che rischia di inficiare tutti i prossimi processi che si faranno in Italia per disastro ambientale e di vanificare decenni di sforzi compiuti nella legislazione ambientale per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini».

ETERNIT: NESSUN COLPEVOLE - Il Wwf, infatti, è presente in aula come parte civile fin dal dicembre 2009, data di inizio del processo, e ha criticato con forza la richiesta avanzata oggi dal procuratore generale della Cassazione che si è pronunciato nell'ambito del processo sulle morti provocate dalle fibre di amianto contro il gigante multinazionale «Eternit». Il procuratore ha, infatti, chiesto di chiudere con un annullamento senza rinvio la condanna inflitta all'unico imputato rimasto, il miliardario svizzero Stephen Schmideiny, perché - ha sottolineato il Wwf - il reato di disastro ambientale doloso si è prescritto e inoltre ha dichiarato che «le morti provocate dalla fibre di amianto non rientrerebbero nel concetto di disastro». Per il Wwf  «è assurdo far passare questi concetti visto il disastro ambientale e sanitario, i danni ambientali e le sofferenze umane inenarrabili in un'area molto vasta che ha interessato Casale Monferrato e 48 comuni limitrofi con oltre 2000 vittime accertate dall'esposizione all'amianto ed un indeterminato numero di lavoratori e popolazione colpita».

L'AMIANTO È UN KILLER SILENZIOSO A «LUNGA GITTATA»: SOFFRIRANNO ANCORA IN MOLTI - E «la richiesta è ancora più grave dato che gli 'effetti della condotta' di quell'azienda devono ancora venire, essendo l'amianto un killer silenzioso 'a lunga gittata', come è stato ben spiegato sia nel processo di primo grado che in Corte di Appello. Ci affidiamo ancora una volta alla magistratura perché faccia giustizia e non si limiti ad applicare asetticamente il diritto», ha sottolineato l'associazione ambientalista ricordando che si tratta del «più grande processo in tema di sicurezza del lavoro e di inquinamento ambientale provocato da amianto mai celebrato in Europa». Infine il Wwf chiede al Parlamento e governo di modificare le leggi sui reati ambientali approvando la riforma del codice penale sui delitti ambientali, proprio oggi in discussione alla Commissione Giustizia del Senato, e di «avviare un serio piano di bonifiche delle aree contaminate dall'amianto con gli adeguati finanziamenti».