19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Bonifica al 50%

A Bagnoli 33 mila tonnellate di amianto

Lo ha detto il direttore di «Bagnoli Futura», teste al processo Eternit in svolgimento a Torino

TORINO - «Finora sul sito dell'ex fabbrica di Bagnoli è stata accertata la presenza di 33mila tonnellate di amianto. Ma si arriverà a 100mila tonnellate di materiale interrato da smaltire». Lo ha detto l'ultimo teste che ha deposto oggi all'udienza del processo Eternit a Torino, l'ingegner Gianfranco Caligiuli, direttore della Bagnoli futura, la società partecipata da Comune e Provincia di Napoli e Regione Campania che si occupa della bonifica dell'area dove fino all'86 era attiva la fabbrica.

LA TESTIMONIANZA - «Queste 100mila tonnellate - ha spiegato il teste - non sono tutte di amianto, ma di sostanza mescolata al terreno, ma è impossibile separarle. Le quantità che stiamo trovando sono superiori a quanto preventivato. La Bagnoli Futura sta facendo la bonifica del sottosuolo. Stiamo trovando sotto terra frammenti di lavorazione oltre alle infrastrutture realizzate in cemento amianto come le tubazioni fognarie. In alcuni casi in concentrazioni significative».
«La prima bonifica superficiale - ha continuato Caligiuli - venne effettuata dalla Bagnoli Spa, di proprietà della Fintecna, che a sua volta faceva parte dell'Iri, nel '99. La Bagnoli futura ha iniziato nel 2005, dopo l'approvazione dei piani di bonifica nel 2004. Nel 2006 sono iniziate le vere e proprie attività. Oggi siamo intorno al 50 percento di lavori fatti».

IERVOLINO - Anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, sentita oggi prima di Caligiuli, aveva parlato di amianto presente «nelle vasche» dell'ex stabilimento. Sugli scarti, «mi risulta che venissero smaltiti 'a norma'» ha detto. Però, ha specificato il sindaco, «quello che significa a Napoli 'a norma' è da tener presente. In generale, ci sono state speculazioni di camorra per gli stoccaggi, nominalmente 'a norma' e di fatto 'non a norma'».