6 giugno 2023
Aggiornato 04:00
Romani e Mauro di ritorno dal Kurdistan

«Contro i jihadisti mandiamo i nostri bombardieri»

Il Consiglio supremo di Difesa lancia l'allarme Isis in Italia, intanto Paolo Romani e Mario Mauro, appena tornati da una missione nel Kurdistan iracheno, evidenziano la necessità che l'Italia assuma un ruolo più rilevante nel contrasto al terrorismo dell'Isis: «I bombardamenti sono fondamentali».

ROMA - Dal Quirinale, oggi, il Consiglio supremo di Difesa lancia l'allarme Isis in Italia. La pressione militare del gruppo terroristico in Siria e in Iraq comporta rischi di ingente entità non solo per l'Europa, ma per la stessa Italia. Il CsD sottolinea l'urgenza di un rafforzamento della difesa del paese per contrastare la minaccia dei cosiddetti foreign fighters.

DOBBIAMO BOMBARDARE - Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, e l'ex ministro della Difesa Mario Mauro, senatore dei Popolari per l'Italia, tornati da poco da una breve viaggio nel Kurdistan iracheno - che ha funzionato, spiegano ai giornalisti al Senato, come una sorta di 'operazione verità' - commentano la questione terrorismo: «L'Isis è una brigata internazionale di criminali, tutto il peggio che l'Occidente e l'Europa hanno potuto esprimere a livello criminale è lì» e siccome «questi criminali hanno intercettato le istanze della minoranza sunnita contro il governo sciita» è necessario «rompere questo accordo». E anche «bombardare, i bombardamenti sono fondamentali». L'Italia, spiegano, deve fare di più la sua parte: in particolare Romani pone l'accento su come finora l'Italia «abbia mandato qualche vecchio fucile e un po' di munizioni che non è esattamente quello che si aspettavano da noi. Questi criminali dell'Isis stanno facendo fuori tutti e i bombardamenti sono fondamentali».

ITALIA GIOCHI RUOLO PIÙ DETERMINANTE - I due parlamentari si sono recati ad Herbil e nella zona di combattimento di Khazer per incontrare autorità politiche e religiose locali e visitare le sedi delle organizzazioni non governative italiane che operano nel Kurdistan iracheno. Romani sottolinea che occorre fare luce su cosa sta accadendo veramente «perché crediamo che i resoconti della pubblicistica internazionale non siano affidabili» ed è necessario sollecitare il governo italiano a giocare un ruolo più determinante nell'area. «E' necessario recuperare i sunniti - spiega Mauro - e aiutarli a superare la connivenza con l'Isis» e poi, proposta lanciata al governo, sarebbe opportuno dar vita a un «campo Italia: con 8-10 milioni di euro si può consentire a diecimila rifugiati di sopravvivere all'inverno». Romani e Mauro garantiscono che queste sollecitazioni verranno portate in Parlamento («non sappiamo ancora se sotto forma di mozione o risoluzione») e «ne parleremo anche con Renzi e con i ministri».