28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Ecomafie

Camorra, confiscati beni a imprenditore dei rifiuti

Raffaele Sarnatore spartiva i proventi con il clan la Torre dei casalesi. Nei confronti di Sarnataro erano state condotte, agli inizi del 2000 indagini coordinate dalla Dda di Napoli, finalizzate alla scoperta di attività di riciclaggio effettuata da sodalizi criminali operanti nel territorio casertano

NAPOLI - Il centro operativo Dia di Napoli ha proceduto stamani all'alba alla confisca di beni per il valore di circa 10 milioni di euro in esecuzione di un decreto di emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a seguito di una richiesta del pm della Dda di Napoli nei confronti di Raffaele Sarnataro , imprenditore sin dal 1984 operante nel settore della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.

I beni sottoposti a confisca, il cui valore stimato è di circa 10 milioni di euro riguardano immobili siti in via Crispi in Napoli, in Anacapri ed Olbia, un capannone industriale in Secondigliano, il capitale sociale ed i beni strumentali all'attività della società «CAPRILE » s.r.l., iscritta alla camera di commercio di Napoli al nr. Rea 652547 e con sede in Anacapri alla via Rio Caprile nr. 13, il capitale sociale ed i beni strumentali all'attività della società » IRIS » s.r.l., sede in Roma in via Siria, quote di partecipazione nelle seguentiS.r.l. SO.GE.RI, con sede legale in Napoli, S.r.l. IL CASTAGNARO, con sede in Napoli; S.r.l. CO.VI.M. Costruzione Veicoli Industriali; Titoli, autovetture e motocicli.

Nei confronti di Sarnataro erano state condotte, agli inizi del 2000 indagini coordinate dalla Dda di Napoli, finalizzate alla scoperta di attività di riciclaggio effettuata da sodalizi criminali operanti nel territorio casertano. Sarnataro era stato arrestato il 28 agosto di quell'anno essendo risultato dalle indagini che, grazie all'appoggio del ll' organizzazione camorristica «La Torre», si era aggiudicato un cospicuo appalto per il servizio di prelievo e smaltimento dei rifiuti presso alcuni comuni fra cui Mondragone (Ce) sversati nella discarica Bortolotto ubicata nel comune di Castelvolturno (Ce).

L'accordo fra il sodalizio «La Torre» e Sarnataro aveva assicurato a quest'ultimo al conseguimento di appalti presso vari comuni per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in cambio di una partecipazione del gruppo camorristico agli utili. Ciò aveva garantito la realizzazione di enormi profitti (circa 1 miliardo e mezzo di lire annui) la metà della è stata incassata da Sarnataro, proprietario della discarica, e la restante metà dal sodalizio «La Torre», che quindi conseguiva guadagni di circa 60 milioni di Lire mensili. In questo modo Sarnataro, che era legato da rapporti consolidati negli anni con il capo del sodalizio Augusto la Torre, per tre decenni aveva potuto gestire la discarica BORTOLOTTO nel quale venivano smaltiti, per un dato periodo, anche rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia.