25 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Missione ISAF

Mauro: «A fine 2014 via tutti soldati italiani dall'Afghanistan»

Lo ha sottolineato il ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, che tuttavia non ha escluso nel Paese un impegno nella dimensione «non combat» per il futuro: «Meccanismo di ritiro da lungo tempo pianificato»

ROMA - Alla fine del 2014 l'intero contingente italiano inquadrato nella missione Isaf rientrerà dall'Afghanistan, dove resteranno soltanto persone impegnate in mansioni logistiche. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, che tuttavia non ha escluso nel Paese un impegno nella dimensione «non combat» per il futuro.

«Dopo il 2014 la stragrande maggioranza del nostro contingente tornerà in Italia - ha detto Mauro delineando l'exit strategy ai giornalisti in occasione dello scambio di auguri di fine anno al circolo Ufficiali delle Forze Armate d'Italia - Questo vuol dire che rimarranno solo le persone che devono completare il percorso logistico di trasferimento dei beni che le forze armate italiane hanno disseminato in quel contesto e quelle procedure che sono utili per il completamento della nostra attività in Afghanistan».

Alla fine del 2014, ha proseguito il ministro, «credo che rientrerà il nostro intero contingente se guardiamo a quella che è l'esperienza Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, la missione a guida Nato nel Paese). E' evidente che laddove ci fossero decisioni delle istituzioni, segnatamente il parlamento che esercita la sovranità nel nostro Paese, relativamente a un impegno dell'Italia in favore dell'Afghanistan nella dimensione non combat per il futuro, provvederemo alla programmazione che ne consegue».

Mauro aveva in precedenza spiegato che «il meccanismo che prevede il ritiro dall'Afghanistan è da lungo tempo pianificato ed è modulato in ordine a quelle che sono le esigenze di carattere politico. Una previsione più dettagliata e organica l'avremo con i risultati delle elezioni in Afghanistan, sapremo modi e tempi dell'intera operazione di rientro. Sta di fatto che tutto quello che è stato pianificato e concordato è già in corso: ci sono diversi modi per uscire dall'Afghanistan, nella programmazione ragionevole che abbiamo fatto, li utilizzeremo tutti».

Quanto a un possibile accordo con il Kazakistan sull'uso gratuito della base di Shymkent «congelato» per i problemi sorti con il caso Shalabayeva, il ministro ha sottolineato che ci sono «sicuramente in corso discussioni con le autorità kazake, il sottosegretario (Roberta, ndr) Pinotti a tempo debito si era recata nel Paese». Come ovvio, «data la rilevanza dell'argomento», ha precisato, «la negoziazione di questo tipo di procedure non è mai stata abbinata ad altri fattori di crisi delle relazioni tra noi e il Kazakistan».