1 dicembre 2023
Aggiornato 07:30
Primarie del Pd

Cuperlo: «Io mi impegno ad evitare che nuovi dualismi danneggino ancora il partito»

RP | RP | Il candidato alla segreteria del Pd: «Se Renzi dovesse vincere lo sosterrei lealmente, ma le nostre idee sono e resteranno in parte diverse. La coerenza con se stessi e con le proprie convinzioni è per me la premessa di ogni lealtà»

ROMA - «Io mi impegno ad evitare che nuovi dualismi danneggino ancora il partito. Dobbiamo lasciarci alle spalle quella stagione, Ma altra cosa è rimuovere il confronto tra di noi. Dopo il congresso ci sarà il pieno riconoscimento del risultato», ha spiegato Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Partito democratico (Pd), intervenendo questa mattina ad Agorà, su Rai 3.

IO PER UNITA' PARTITO - «Leader bruciati? Non so se è il termine più adatto. Bersani ha lasciato con grande signorilità. La verità è che noi siamo un partito democratico, i leader si mettono in campo, affrontano la sfida del consenso, a volte hanno vinto, a volte hanno perso», ha continuato Cuperlo, che ha spiegato in una intervista a Globalist.it: «Se Renzi dovesse diventare il segretario del Pd lo sosterrei lealmente, ma le nostre idee sono e resteranno in parte diverse. La coerenza con se stessi e con le proprie convinzioni è per me la premessa di ogni lealtà. E se lei mi chiede se c'è un rischio di scissione io le rispondo che non vedo questo rischio e comunque non verrà mai da me. L'unità è un valore in cui credo profondamente e troppe volte nella sua storia la sinistra ha pagato un prezzo a fratture e divisioni».

CHIUDERE 20ENNIO A SINISTRA - Sul sindaco di Firenze Cuperlo ha continuato: «Io non associo Renzi al berlusconismo. Ho detto che l'impianto culturale e politico che propone, alcune sue idee per uscire dalla crisi mi sembrano in sostanziale continuità col ventennio che abbiamo alle spalle. Anzi, dirò meglio: con il modello di società e di economia che è stato egemone negli ultimi trent'anni in Italia e nel mondo. Era il modello della destra liberista, ma la sinistra gli è stata per molti versi subalterna. Ecco perché parlo di un ventennio da chiudere anche a sinistra».

C'E' NUOVA CLASSE DIRIGENTE - Secondo il candidato alla dirigenza dei Democratici insieme a Renzi e Civati «è già nata una nuova classe dirigente e certo non solo grazie ai tre candidati alla segreteria. Adesso comincia la parte più difficile: dare prova di sé». Anche se, ha ricordato Cuperlo: «Nessuno è nato con l'alba di oggi, c'è stato anche il tramonto di ieri. Quindi, tutti siamo stati partecipi, almeno testimoni, di quella vicenda. Letta è stato un giovanissimo ministro della Repubblica nel governo presieduto da Romano Prodi; Civati è stato per dieci anni consigliere regionale in una importante Regione come la Lombardia; il sindaco di Firenze è stato in precedenza il presidente della sua Provincia ed ha un ruolo nella vita politica di questi anni. Però, conta il fatto che ci sia una nuova classe dirigente, un nuovo gruppo dirigente, che si è candidata a guidare una stagione diversa anche se dobbiamo fare autocritica perché il Pd non è stato all'altezza delle promesse fatte agli italiani».

REVISIONE RIFORMA FORNERO - Cuperlo si batterà per mettere fine ai contratti che rendono i nuovi lavoratori precari a vita, gli è stato chiesto?: «Fra le parole rottamate troppo presto c'è stata la piena e buona occupazione, non ci siamo battuti abbastanza perché il lavoro non divorziasse dalla dignità, dalla decenza. I nostri sforzi - ha precisato - vanno in quella direzione e portano al riconoscimento del valore sociale del lavoro. Guardiamo alle partite Iva (quelle vere) proponendo il congelamento del contributo previdenziale per l'anno prossimo; guardiamo ai giovani precari che perdono il lavoro chiedendo l'estensione del sistema degli ammortizzatori sociali e un accesso più facile al bonus precari; per i giovani precari con contratto a progetto, che non possono contare su un contratto nazionale di riferimento, vorremmo che si definisse un 'equo compenso'. Ma il punto di partenza deve essere la revisione della riforma Fornero con l'introduzione di un criterio di flessibilità e di misure che aiutino una maggiore equità intergenerazionale in fatto di pensioni».

SACCOMANNI RESTI - Infine il candidato leader del Pd ha concluso: «L'economia deve essere gestita dalla politica, questo è un governo politico. Enrico Letta era il vicesegretario del mio partito. Il problema riguarda le scelte economiche di questo governo. Saccomanni può tranquillamente restare a fare il mestiere che fa, il tema sono le scelte che fa il governo».