12 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Legge elettorale

Se la Consulta boccia il porcellum i deputati di sinistra «abusivi» sarebbero 148

Brunetta (Fi): «Il 3 dicembre è fissata l'udienza della Corte costituzionale per valutare la legittimità della legge elettorale. Nel caso venga bocciata il centrodestra avrebbe 2 onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124»

ROMA - «Il prossimo 3 dicembre, com'è arcinoto, è fissata l'udienza della Corte costituzionale per valutare la legittimità costituzionale della legge elettorale delle Camere, sollevata con ordinanza 12060/13 dalla I sezione civile della Corte di Cassazione. Insomma: la consulta si esprime sul cosiddetto porcellum», ha scritto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia (Fi) alla Camera dei deputati, in un intervento su Il Foglio.

IN CASO DI INCOSTITUZIONALITA' - «Se la Consulta dovesse bocciare il porcellum in riferimento alla mancanza della soglia minima per il premio di maggioranza, automaticamente deputati e senatori eletti grazie ad un regalo incostituzionale, se non ancora convalidati dalle rispettive Camere, decadrebbero, e dovrebbero essere rimpiazzati da quanti sono stati incostituzionalmente esclusi, ha spiegato Brunetta. I calcoli consentono di ritenere - lasciando perdere il Senato che mi risulta aver già provveduto alla convalida dei suoi membri - che i deputati di sinistra 'abusivi' sarebbero 148 (da 340 scivolerebbero a 192). Il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124. Non è un discorso ipotetico del terzo tipo. Ha ragioni giuridicamente fondate».

EFFETTO RETROATTIVO - Quanto all'impatto sulla legislatura in corso, per Brunetta «non vi sono dubbi che vi sarebbero degli effetti giuridico-costituzionali. Va infatti considerato che le sentenze di annullamento della Corte costituzionale non valgono solo per il futuro, ma hanno effetto retroattivo, a meno che le situazioni del passato non siano ormai giuridicamente definite e concluse».

QUAGLIARIELLO, GOVERNO FA DI TUTTO - Sull'argomento è intervenuto anche il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, intervenendo questa mattina ad Agorà, su Rai Tre: «Il governo sta facendo di tutto per sollecitare il Parlamento, e io sono convinto che prima del 3 (dicembre, ndr) arriverà un segno che la nuova maggioranza, ricompattata, sulla legge elettorale vuol fare sul serio e vuole trovare una soluzione. Se questa soluzione non ci sarà, e ci dovesse essere una sentenza della Corte, a quel punto diventerà un obbligo per il governo attuarla, che quindi non potrà fare a meno di prendersi le sue responsabilità».

SPETTA A PARLAMENTO - «La legge elettorale - ha aggiunto il ministro - è una materia di competenza parlamentare, e quindi bisogna rispettare questa priorità del Parlamento. Ma la priorità la si può rispettare fino a quando è possibile: nel momento in cui dovesse esserci una decisione della Corte costituzionale che metta in dubbio alcuni punti di questa legge, il governo dovrebbe tenerne conto».