3 settembre 2025
Aggiornato 12:30
Corte dei Conti

Nel Lazio un buco lungo 10 anni

I magistrati contabili: «La Regione si trova da almeno un decennio in stabili condizioni di insolvenza. Il bilancio di esercizio 2012 e quello pluriennale 2012-2014 sono stati approvati in assenza del documento di programmazione economico-finanziaria»

ROMA - La stretta finanziaria legata all'indebolimento del quadro macroeconomico generale «ha messo in ulteriore tensione la tenuta degli equilibri del bilancio della Regione Lazio già versava in una strutturale crisi di liquidità». Lo ha sottolineato la Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione Lazio.

IN ROSSO DA 10 ANNI - Per la magistratura contabile «i dati contabili dell'esercizio finanziario 2012 evidenziano una situazione di preoccupante deterioramento dei conti, con valori negativi per tutti o quasi i saldi fondamentali di bilancio». Secondo la Corte dei Conti, la Regione Lazio «si trova da almeno un decennio in stabili condizioni di insolvenza finanziaria».

NEL 2012 BUCO DI 4,5 MILIARDI - «La gestione di competenza dell'esercizio 2012 - ha scritto la Corte dei Conti - non ha garantito l'osservanza del principio dell'equilibrio del bilancio, poiché si è conclusa con una differenza negativa rilevante, pari ad euro 4 miliardi 420 milioni 221mila euro». Gli accertamenti sono stati «pari ad euro 28 miliardi 367 milioni 413mila euro, mentre gli impegni assunti sono stati pari ad euro 32miliardi 787milioni 634mila di euro». In sostanza, l'amministrazione regionale ha sostenuto maggiori spese per 4 miliardi 420milioni 221milia euro rispetto alle risorse che ha accertato. In termini percentuali «sono stati effettuati impegni superiori alle entrate in misura pari al 15,58 per cento. Il saldo di parte corrente ha presentato un risultato negativo di 2 miliardi 942 milioni 711mila di euro».

TAGLIARE SPESE - La Corte rileva che senza voler entrare nel merito di scelte squisitamente politiche, di esclusiva competenza e responsabilità della Giunta e del Consiglio regionale, «sotto il profilo tecnico-contabile, il percorso di risanamento dei conti pubblici non può che passare da un rigoroso contenimento della spesa corrente, agevolando, nello stesso tempo, la riduzione del debito».
Nel rendiconto 2012 l'amministrazione regionale ha consolidato anche il risultato contabile relativo ad altre forme di indebitamento (Sa.Nim; mutui Cassa Depositi e Prestiti contratti dai comuni; debito sanitario transatto; piano di rimborso della ricapitalizzazione delle Asl e delle aziende ospedaliere), «pervenendo a un dato di indebitamento 2012 di 11 miliardi 741 milioni 449milia euro, in diminuzione del 3,83 per cento rispetto al corrispondente importo 2011 di indebitamento consolidato».

MANCA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA - I magistrati hanno sottolineato inoltre che «il bilancio di esercizio 2012 e il bilancio pluriennale 2012-2014 sono stati approvati in assenza del documento di programmazione economico-finanziaria. Passando, poi, all'analisi dei documenti contabili programmatori, densa di interrogativi appare la costruzione del bilancio preventivo 2012».

INCAPACITÀ PROGRAMMATORIA - Nel bilancio preventivo 2012 della Regione Lazio, la capacità di entrata (cioè le riscossioni complessive rapportate agli stanziamenti finali di cassa) e la capacità di spesa (cioè i pagamenti totali rispetto agli stanziamenti finali di cassa) hanno fatto emergere, rispetto alle previsioni assestate, «percentuali di scostamento patologiche (40,59%, al netto delle partite di giro, per la capacità di entrata; 57,98%, al netto delle partite di giro, per la capacità di spesa), che testimoniano una incapacità programmatoria dell'Ente. In conclusione, il bilancio preventivo 2012 risulta approvato in una situazione di pareggio solo formale, basato su una programmazione inidonea a garantire l'equilibrio di bilancio».