28 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Primarie del Pd

«Dal 9 dicembre il governo farà le cose che dice il Pd altrimenti ci arrabbiamo»

RP | RP | RP | Renzi: «Io non voglio fare il controcanto a Letta. Non sto dicendo che non va bene questa manovra, non la conosco. Io sono per l'Italia e sono disponibile a fare un passo indietro rispetto alle mie ambizioni personali»

ROMA - «Mi fa pensare che oggi sui giornali non ci sia più la Sardegna. Sembra normale che i mass media cancellino in 24 ore quella che ieri era una disgrazia?». Ha iniziato così il suo intervento ad Agorà Rai3, Matteo Renzi.

Il sindaco di Firenze ha proseguito: «Ma che senso ha? non ne parla più nessuno, né la politica né i giornali. I politici hanno fatto il loro pianto ed è finita lì. Noi non possiamo dimenticarci non solo della Sardegna ma del tema della prevenzione del suolo». 

PRIVATIZZAZIONI DISASTROSE - Quindi il candidato alla segreteria del Partito democratico (Pd), ha risposto a una domanda sul piano privatizzazioni del governo Letta: «La cartina di tornasole è se cresce la ricchezza, se crescono gli occupati. Il punto non è se fai le privatizzazioni, ma se le fai bene o le fai male. E questo è il punto centrale di un politico, non è se privatizzo o no», Renzi ha poi citato gli esempi «disastrosi» di Telecom e Alitalia, mentre Eni (ancora pubblica) «funziona e dà ricchezza al Paese».

GOVERNO LAVORI O PD SI ARRABBIA - Renzi ha dunque chiarito: «Io non voglio fare il controcanto a Letta. Non sto dicendo che non va bene questa manovra, non la conosco. Ma perché dovrei dire di no a prescindere? Nella rappresentazione mediatica io devo sempre essere quello che Letta dice A e io dico Z, non è vero. Io non sono contro Letta. Io sono per l'Italia e sono disponibile a fare un passo indietro rispetto alle mie ambizioni personali, purché vada avanti l'Italia e quindi do una mano volentieri a Letta. Se andiamo avanti con il governo bisogna fare le cose, il tempo del rinvio è finito. Dal 9 dicembre si fanno le cose sul serio: il governo farà le cose che dice il Pd altrimenti ci arrabbiamo. Noi non vogliamo far cadere il governo, vogliamo che lavori, è esattamente l'opposto. Il governo deve andare avanti per forza, può durare anche fino al 2018 se riuscirà ad aumentare i posti di lavoro. Letta deve fare politiche disciplinari del lavoro diverse e cambiare la burocrazia».

RISPETTO, NON VENERO, NAPOLITANO - In seguito il primo cittadino ha parlato del suo rapporto con il capo dello Stato: «Non ho una grande venerazione per Napolitano, ho un profondo rispetto. Le forze politiche sono andate da lui con un meccanismo atroce perché non riuscivano ad eleggere un nuovo presidente. Lui l'ha vissuto sicuramente come una sofferenza e un insulto personale. Si era già preparato dopo sette anni ad avere il meritato riposo. Su amnistia e indulto ho detto cose diverse dal presidente. Ho detto: caro presidente non d'accordo».

NON SOTTOVALUTARE BERLUSCONI - Renzi ha anche voluto lanciare un monito sul Cavaliere: «Silvio Berlusconi rimane un pericolo elettorale e nessuno nel Pd dica che abbiamo già vinto le prossime elezioni. Il centro destra - ha aggiunto - ha fatto un'operazione politica molto intelligente con una scissione a tempo che ha diversificato l'offerta elettorale».

CONSULTA COSTA TROPPO - Poi il rottamatore ha attaccato la Consulta: «La Corte costituzionale è un'altra di quelle cose che costa troppo. Basta parlarne, iniziamo a ridurre. Quello che fatto la legge elettorale mattarellum, Mattarella, ora è in corte costituzionale, anche lui». 

RAI A 2 CANALI - Renzi ha proposto tagli anche per il servizio televisivo pubblico: «Sono assolutamente convinto che il modello della Rai di oggi non vada bene. Se c'è un canone, ci devono essere due, tre reti pubbliche che fanno solo servizio pubblico, senza pubblicità. Oggi non c'è più il duopolio, ci sono cento canali e rotti sul digitale. Poi su internet riguardi quello che vuoi. La Rai è piena di debiti. Se la privatizzi, non lo fai per fare cassa».

8 DICEMBRE SPERO + 50% - Infine il sindaco di Firenze ha detto che alle primarie pensava che avrebbe preso «un po' di meno tra gli iscritti. Ma l'otto dicembre possono votare tutti e spero di poter prendere più del 50 per cento dei cittadini».